mercoledì 29 dicembre 2010

La "combo" che non ti aspetti

A sei mesi di distanza dai noti eventi tristezza che mi hanno condotto ad abbandonare Eurogamer ritorno a parlare di editoria specializzata. Lo faccio perchè in parte ho sbollito la delusione e il disappunto che avevo accumulato nei mesi scorsi, perfettamente consapevole di quanto le cose siano destinate a non evolversi in modo positivo per il settore nel breve periodo ma convinto a sostenere ancora la diffusione del videogioco, dei suoi contenuti e di tutti i fenomeni di portata più o meno rilevante che ruotano intorno a questo mondo.

In un panorama come quello di internet dove ogni due per tre nascono siti fotocopia è quantomeno incoraggiante trovare idee nuove, o per meglio dire un adeguato connubio di contenuti che possa determinare insoliti punti di incontro tra tematiche tra loro adiacenti e spesso trattate a compartimenti stagni. Ma soprattutto una realtà nata in modo genuino, senza velleità fuori parametro, sincera, appassionata e indipendente (qualità che non definirei affatto scontate, anzi).

Da pochi giorni è online Home Cinema Inside, sito che si propone di analizzare da un lato l'enorme varietà di prodotti hardware destinati alle nostre postazioni di intrattenimento, dall'altro il mondo dei videogiochi e dell'home cinema, amalgamando tutto ciò in un'unica offerta. Lo staff è tutt'altro che alle prime armi, a partire da Sabatino Pizzano, penna di AVMagazine e ideatore del progetto, passando per altri ragazzi con esperienze di vario tipo alle spalle, tra cui Andrea Ranaldo, Stefano Radolovich, Andrea Centini, Alberto Maddaloni e il sottoscritto.

Questo è quanto, almeno per adesso. A gennaio sono previste altre novità per quello che mi riguarda, ma ci sarà il tempo per riparlarne con calma tra qualche settimana.

venerdì 24 dicembre 2010

We wish you a Merry Murder...! XD

Eccoci qui alle porte del Natale, panettone in una mano e regali nell'altra...no un secondo, e il pad?!

Ma certo signori, per i videogiochi c'è sempre posto, anche a fine anno, anche durante il cenone della vigilia, perchè no (se siamo maniaci dovremo pur dimostrarlo in qualche modo, non vi pare?!). Devono pensarla allo stesso modo anche quei matti di People Can Fly che hanno deciso di augurare buone feste ai loro fan in un modo molto sopra le righe e "vagamente" tamarro...buona visione e tanti auguri a tòdos ;D

venerdì 17 dicembre 2010

"I saw myself today...it's me!"

Di L.A. Noire si è saputo molto poco per anni, anzi diciamo che non si è saputo un bel niente per tanto tempo, facciamo prima. Con il primo trailer tratto dal gioco vero e proprio abbiamo avuto un assaggio di quello che Team Bondi sta allestendo sotto gran riserbo fin dall'inizio del 2005. Ma il filmato pubblicato in questi ultimi giorni descrive nel dettaglio quella che sicuramente sarà destinata ad ergersi come tecnologia di riferimento negli anni a venire in termini di motion capture e realismo nella rappresentazione dei personaggi.

Una tale precisione nella riproduzione delle sfumature espressive non era mai stata raggiunta da alcuna altra tecnologia applicata ai videogames, nemmeno da maestri incontrastati dello sviluppo tecnologico quali i Naughty Dog. Come si può apprendere nel filmato a fare la differenza è l'enorme quantità di dati che viene elaborata durante la registrazione delle scene, più precisamente nel corso del cosiddetto Motion Scan, tale da consentire una sintesi a 360° di tutte le informazioni e gli stati d'animo espressi dall'attore in carne ed ossa e trasmessi alla controparte digitale. Qualcosa di assolutamente impensabile fino a pochi anni fa, quando l'espressività dei protagonisti, anche nelle produzioni più blasonate, era tutto fuorchè in grado di replicare l'enorme gamma di sensazioni e pensieri che possono annidarsi nella mente di una persona.

Peraltro LA Noire non sembra un mero sfoggio fine a sè stesso di nuove possibilità offerte dalla tecnologia. A quanto pare infatti tutto questo avrà delle ricadute notevoli anche sul gameplay, dal momento che saranno proprio le fasi investigative ad essere esaltate e poste al centro dell'attenzione. L'agente Cole Phelps dovrà pertanto impegnarsi nell'interrogare numerosi individui e sarà compito del giocatore capire chi di loro stia mentendo o semplicemente possieda interessi personali da salvaguardare. Insomma non avremo a che fare, come spesso accade, unicamente con sparatorie e inseguimenti.

Se poi a tutto ciò si aggiunge il fatto che siamo di fronte alla prima avventura prodotta da Rockstar vista dalla prospettiva di un uomo di legge e non da quella di un delinquente (più o meno incline alla redenzione non importa), si può affermare con fiducia che LA Noire rappresenti uno dei prodotti da tenere d'occhio per l'anno che verrà (circoletto rosso, per dirla alla Rino Tommasi).

martedì 21 settembre 2010

"Property of UNSC"

Con una settimana di ritardo a causa di casini con la prenotazione effettuata al Blockbuster (un ringraziamento a Liuk per aver sbrogliato la vicenda) mi sono finalmente portato a casa la Legendary Edition di Halo Reach... più che una limited una valigia da presentare al check in prima di imbarcarsi..! XD

La gigantesca action figure del Noble Team è davvero ben realizzata, le armi erano separate e da montare una volta aperta la confezione (non senza qualche piccola difficoltà). Per il resto, ad esclusione di una divertente missiva d'accompagnamento dell'intero malloppo, i contenuti sono i medesimi della limited edition, ovvero un cofanetto nel quale sono contenuti il gioco, un diario, una mappa e una valanga di documenti "top secret". Non male nel complesso, calcolando oltretutto che il prezzo di listino era di 129 euro invece degli abituali 149 previsti per le versioni ultra limitate (ad esempio la Legendary di Halo 3, che sfortunatamente manca nel mio carniere).

Siccome e non ho ancora provato quasi nulla del gioco lascio spazio alle immagini, buonanotte e buona caccia ;)

domenica 19 settembre 2010

Ricomincia la stagione ed è già tempo di FIFA e PES

Stento ancora a crederci ma la demo di PES 2011 non mi è affatto dispiaciuta. E' una notizia visto che dopo anni passati all'ombra del calcio di Konami nel 2008 sono ritornato sui lidi fifiani, schifato da un PES 2008 che, diciamolo fuori dai denti, era lammerda allo stato brado.

Già lo scorso anno si era intravista qualche avvisaglia di crescita del titolo supervisionato da Shingo "Seabass" Tatatsuka, seppur ancora timido, poco convinto e soprattutto letteralmente soverchiato da un FIFA 10 devastante, che non a caso premiai con il massimo dei voti in sede di recensione.

Graficamente sono stati fatti passi da gigante rispetto a due anni fa, i modelli dei calciatori sono stati curati nei particolari, soprattutto per quello che riguarda i dettagli facciali, ma non solo. Le animazioni e il sistema di collisioni mentre si sta giocando è finalmente credibile, la manovra ancora lenta e macchinosa per chi è ormai abituato al ritmo di FIFA ma comunque apprezzabile. Permane l'annoso problema della corsa su binari, mascherato per quanto possibile ma ancora evidente su alcuni cambi di direzione repentini e sugli assist in profondità per le punte.

L'introduzione della Coppa Libertadores a fianco della già presente Champions League e dell'Europa League è una buona scelta, così come dovrebbe essere interessante poter prendere parte alla Master League online.

Tutti contenti che l'oggetto misterioso e agonizzante degli ultimi anni si sia ripreso e stia uscendo dalla convalescenza, nondimeno va sempre tenuta in considerazione la forza della concorrenza e... FIFA 11 per quel poco che si è visto non ha assolutamente intenzione di arrestarsi sugli "allori" conquistati dai suoi recenti predecessori (dal 2008 in poi per intenderci). L'introduzione del Pro Passing ha reso ancora più profondo il gameplay e la strutturazione della manovra. Niente più passaggi a occhi chiusi verso un compagno di squadra che difficilmente sarebbe raggiungibile nella realtà e più attenzione nello smistamento della palla, onde evitare di perdere preziosi palloni a metà campo e favorire fin troppo facili ripartenze agli avversari.

E poi non va dimenticata la presenza della modalità dedicata al portiere, la vera innovazione che ci attende all'orizzonte quest'anno. Storicamente il numero 1 nei giochi di calcio è sempre stato un oggetto misterioso, controllato quasi completamente dalla CPU, spesso ridicolizzato, affetto da imbecillità acuta (vogliamo parlare di Abbondanzieri nei PES dei tempi andati? Meglio di no vah..XD). Ora è giunto il momento del riscatto per quello che in realtà è uno dei ruoli più delicati, da cui possono dipendere le sorti dell'intera squadra. Non soltanto una modalità offline dedicata ma l'opportunità di gareggiare tra i pali online, durante match 11vs11 che potenzialmente potrebbero essere davvero goduriosi, se non fosse un po' macchinoso trovare 22 giocatori da mettere d'accordo. Come infatti sanno bene tutti i fan di FIFA, già lo scorso anno era possibile creare lobby per partite 10vs10 che sfortunatamente si dimostravano quantomeno caotiche se non erano gestite privatamente tra amici.

Insomma per farla breve, dopo tanto tempo potrebbe essere giunto il momento di acquistare entrambi i titoli, anche se FIFA mantiene tuttora la precedenza nella mia scala di valore. Se siete amanti delle sfide calcistiche online e bazzicate sul Live aggiungetemi pure, una "lezione" di calcio virtuale ve la rifilo più che volentieri...XD

iPhone 4G? No, Samsung Galaxy S

Erano alcuni mesi che avevo intenzione di cambiare il mio cellulare, dopo oltre sei anni di fidato servizio del Nokia 6600, a ben vedere uno dei migliori terminali sfornati dalla casa finlandese quanto ad affidabilità e resistenza.

Inizialmente ho rivolto l'attenzione ad iPhone, considerando anche l'imminente uscita sul mercato del nuovo (e chiacchierato) modello. Dapprima le voci sulla commercializzazione per il mese di giugno, il successivo rinvio a luglio, poi le vicissitudini del famigerato "antenna gate", ovvero i presunti problemi di ricezione dovuti alla posizione infelice dell'antenna, particolare poi smentito dai vertici di Cupertino con un semplice e poco diplomatico "tutti gli smartphone incontrano problemi di questo tipo".

Dando uno sguardo in rete, visionando recensioni dedicate e comparative con modelli top di gamma di altre compagnie mi sono convinto che tutto sommato la vicenda ha rappresentato più un caso mediatico che un problema effettivo. Ne rimango tuttora convinto e sono supportato anche dai feedback di persone che hanno potuto utilizzare a fondo il terminale e non hanno evidenziato problemi di sorta. Non è infatti questo il motivo che mi ha spinto su altri lidi.

Vogliamo parlare del prezzo di listino? Ma sì dai, parliamone. Il precedente modello, iPhone 3GS, veniva commercializzato in due versioni, rispettivamente da 8 e 16 GB, al prezzo di 499 e 599 euro, non proprio bruscolini. A maggio numerosi rumors suggerivano la riproposizione delle medesime tariffe e addirittura si vociferava di una possibile riduzione di prezzo dovuta all'ottimizzazione nel ciclo di produzione e alla riduzione dei costi sostenuti dal colosso fondato da Steve Jobs. Ipotesi confermate? Ma nemmeno per sogno, infatti a giugno il pubblico italiano ha appreso che non avrebbe potuto portarsi a casa un nuovo iPhone per meno di 659 "yuri" (779 euro il modello da 32 GB). Alla faccia del prezzo consumer insomma. Ma sì sa, Apple fa tendenza, Apple è la moda, Apple è necessariamente il meglio del meglio. Risultato? Tutte le copie disponibili al day one esaurite in 12 ore.

E qui si innesta la seconda parte del discorso. Ovvero la disponibilità di modelli ad oltre un mese dal D1 e la gestione degli stessi all'interno dei molti punti vendita autorizzati, con un occhio di riguardo alle presunte tariffe agevolate di 3: più un miraggio pubblicitario che una concreta opportunità di risparmiare dei soldi. Ma andiamo con ordine.

In queste ultime settimane ho vagato alla ricerca di un punto vendita che avesse a disposizione un modello svincolato, non essendo per nulla interessato alla sottoscrizione di un abbonamento. Ovunque sempre la medesima risposta: "non abbiamo a disposizione modelli svincolati", "non prendiamo prenotazioni", oppure "sa, ho già una lista di almeno 40 persone che è in attesa, non le prometto niente, può volerci un mese come anche tre". Stesso discorso anche per la già citata 3, che però si fa bella affermando nei volantini pubblicitari di avere già a disposizione la versione da 16 GB a 599 euro (ovvero 60 euro in meno rispetto al prezzo canonico di listino) e quella da 32 GB a 699 euro invece di 779. Peccato che all'atto pratico sia impossibile trovare un rivenditore disposto a venderlo a queste condizioni. E non vi sto parlando solamente di un paio di negozi presi come campione. Vivendo a Mantova e frequentando l'università a Parma ho passato a tappeto tutti i luoghi disponibili da queste parti, ottendendo sempre "picche".

Purtroppo (o per fortuna) sono fatto così, quando un oggetto finisce per essere idolatrato dalle masse, anche senza cognizione di causa (gente niubba che spende 700 euro per un telefono che non sfrutterà mai) e trattato come se fosse il Vello d'Oro, l'interesse si sposta automaticamente altrove, specialmente se guardando sulla sponda opposta ci si rende conto di poter risparmiare dei bei soldi, riuscendo comunque ad ottenere le medesime features.

E' così che dopo attente analisi ho optato per Samsung Galaxy S, ovvero il miglior modello su piattaforma Android attualmente in commercio. Acquistato per giunta online, risparmiando 70 euro rispetto ai 549 euro necessari in negozio. Un dettaglio non da poco in vista dell'abbuffata di videogiochi in edizione limitata e non che a breve "investirà" i negozi, nonchè il mio portafoglio..XD

Il pacco è arrivato a destinazione venerdì e dopo un paio di giorni di smanettamenti intensi sono davvero soddisfatto della scelta fatta. Come già accennato nei precedenti paragrafi questo modello non ha nulla da invidiare ad iPhone, monta infatti un processore da 1Ghz e uno schermo Super Amoled che, sebbene goda di una risoluzione inferiore rispetto al 4G, garantisce un'ottima resa sia durante la visione dei video che mentre si naviga tra i menù. L'interfaccia di Android è funzionale e ben strutturata, in attesa di poter verificare con mano le novità che saranno introdotte con Android 2.2, l'aggiornamento di sistema previsto entro la fine di settembre. Per il resto una fotocamera da 5 MegaPixel (unico neo l'assenza del Flash), possibilità di registrare video in alta definizione a 720p, multitasking, 8GB di memoria interna comodamente espandibili tramite microsd, rubrica configurabile con i principali social network, browser veloce e una qualità audio veramente ottima.

Dal punto di vista estetico la forma ricorda quella di iPhone 3GS ma il terminale è decisamente più sottile e molto leggero, al punto da non far pesare le maggiori dimensioni del display (4 pollici contro 3.5 di iPhone). La qualità dei materiali è buona, meno stilosa rispetto al modello Apple che è interamente in vetro e acciaio, ma comunque apprezzabile.

Una parola andrebbe spesa anche per l'Android Market, spesso bistrattato e ancora oggi considerato un'offerta di serie B rispetto al gettonatissimo AppStore. Onestamente 40.000 applicazioni tra cui scegliere non mi sembrano poche, considerando anche che il trend di crescita dall'inizio del 2010 è stato notevole e costante. Semmai è ancora un passo indietro sul versante ludico, ma per quanto mi riguarda rimane un dettaglio, di materiale ne ho già a sufficienza con in casa 5 console... XD

Ecco alcune immagini dedicate:

sabato 4 settembre 2010

Dai pop corn alla "frutta", passando per il digital delivery

Non è necessaria un'analisi accurata per accorgersi che il mercato del videonoleggio oggigiorno non se la sta passando affatto bene. Le recenti vicende del colosso americano Blockbuster confermano infatti una tendenza che sembrava quantomeno inevitabile, complice la difficile congiuntura economica in cui è invischiato il mondo occidentale da due anni a questa parte.

Ai già numerosi punti vendita chiusi un po' ovunque a partire dal 2008 ha fatto seguito una progressiva escalation che ha spinto la multinazionale americana sull'orlo del fallimento. Le principali aziende cinematografiche d'oltreoceano (Universal, Paramount ecc.) stanno allestendo un piano di recupero per cercare di salvare il salvabile, 800 negozi sono sul punto di scomparire negli USA, un ventina su un totale di 235 nel nostro paese, dove la catena è arrivata per la prima volta nel 1994.

L'onnipresente successo della pirateria, che ormai impazza in ogni forma possibile grazie alla capillare diffusione di internet e al progressivo miglioramento delle connessioni negli ultimi anni (anche se in Italia siamo ancora distanti anni luce rispetto ad altri paesi), rappresenta il fattore primario.

Non va però sottovalutato nemmeno il successo che stanno riscuotendo nuovi servizi online quali Zune di Microsoft o il Video Store di Sony, che consentono il noleggio delle pellicole cinematografiche (anche in HD) comodamente dal salotto di casa, senza il disturbo rappresentato dal passaggio al negozio e dall'obbligo di riconsegna entro i termini prefissati. Ad onor del vero i database in questione non raccolgono ancora una quantità di materiale paragonabile a quello che si può trovare in un qualsiasi punto noleggio, ma è solo questione di tempo.

Il processo che ci sta conducendo a passi forzati verso la digitalizzazione globale è costante e coinvolge non solo il cinema, ma anche l'editoria e i videogiochi. Se nel primo caso la tradizione della carta affonda le sue radici in epoche a noi lontanissime, rendendo l'abitudine del pubblico dura a morire (nonostante gli eBook stiano già spopolando), sul secondo versante si prospetta ormai un futuro "only digital", inaugurato peraltro da Sony con PSPGo e condivisibilmente avversato, non solo dai collezionisti (che rappresentano una minoranza) e dai rivenditori specializzati, ma anche dai molti utenti che privilegiano gli acquisti tramite il mercato dell'usato. Un'abitudine che, a fronte della digitalizzazione totale dei contenuti, sarebbe messa in serio pericolo, impedendo di fatto la libertà di scelta nell'impiego delle proprie finanze e un ulteriore punto a favore della pirateria. I nodi verranno definitivamente al pettine con la prossima generazione, fortunatamente abbiamo ancora qualche anno d'autonomia, prima di rassegnarci all'inevitabile. Il percorso verso il futuro è già stato tracciato.

giovedì 19 agosto 2010

Quel dannato richiamo

Due anni fa di questi tempi ero affaccendato in quel di Lipsia con un'agenda di appuntamenti infinita, mille problemi da risolvere nel corso delle infinite giornate di fiera, nemmeno il tempo di fermarsi per mangiare, due simpatici e appassionati compagni di viaggio e tanto entusiasmo.

730 giorni dopo la situazione è parecchio differente. Come molti di voi avranno letto in queste settimane il recente epilogo dell'esperienza vissuta su Eurogamer ha sancito (definitivamente?) il mio deliberato allontanamento dall'ambiente della critica specializzata.

Eppure il "dannato richiamo" non ha smesso di farsi sentire nell'aria. Vi chiederete cosa intendo con l'espressione "dannato richiamo". Amo definire in questo modo la sensazione che scaturisce da una forte passione, quel feeling che intercorre tra la propria mente e una determinata attività, che difficilmente può spezzarsi appunto perchè quest'ultima è entrata nel proprio immaginario personale come qualcosa di imprescindibile.

Nella mia vita ho coltivato molti interessi, ma niente si è mai insinuato così in profondità come il gaming, (forse anche troppo..!); se non fossi stato sostenuto da una forza propulsiva così dirompente non avrei mai intrapreso il percorso che ha caratterizzato questi ultimi anni, per lo meno non così a lungo. Rendere qualcosa che vivi in modo viscerale un lavoro può essere molto pericoloso e al comtempo davvero esaltante... sfortunatamente ha prevalso la prima ipotesi.

Sono quindi proprio questi giorni di fiera che mi fanno riflettere su ciò che è stato, ciò che poteva essere e ciò che quasi certamente non sarà. Non sono mai stato a Colonia nemmeno come turista ma da quanto mi è parso di capire l'impianto che ospita il Gamescom è all'avanguardia e non ha fatto rimpiangere il suo predecessore, che pure sapeva dire la sua (la città di Lipsia decisamente meno...).

Lo scorso anno a tratti sembrò esserci l'opportunità per il sottoscritto di prendere parte alla spedizione, poi non se ne fece più nulla. Ora sono fuori gioco e mi approccio alle novità dell'industry da semplice appassionato, per la prima volta dopo oltre 3 anni. Sul domani non mi pronuncio ma se non altro una certezza resta: non appenderò mai il pad "al chiodo". Per gli "sfoghi" giornalistici e non (tipo questo), ci sono pur sempre le fidate pagine di questo blog. ;)

venerdì 13 agosto 2010

Levine presenta...la città volante!

Devo essere sincero, da quel visionario di Ken Levine mi aspettavo una nuova IP. Dopo aver lasciato Bioshock 2 nelle mani di 2K Marin non credevo che il leader di Irrational Games intendesse proseguire oltre, ma avesse da tempo rivolto le sue attenzioni su qualcosa di mai visto.

Poi però riguardo il video di Bioshock Infinite e penso che, dopotutto, se non si tratta di una novità assoluta, poco ci manca. Niente più fondali marini, l'oscura Rapture cede il passo alla sfavillante Columbia, una maestosa città volante di cui ancora non sappiamo praticamente nulla ma che, almeno a livello visivo, dimostra di avere ben poco da spartire con la distopica metropoli subacquea fondata da Andrew Ryan.

Come ha precisato lo stesso Levine in un'estesa intervista rilasciata in esclusiva a Joystiq, il motore grafico è stato ricostruito dalle fondamenta e consentirà una quantità di soluzioni decisamente più ampia rispetto a quanto non fosse possibile con il vecchio Unreal Engine 3, utilizzato nel primo capitolo. Questo si tradurrà in nuovi poteri, una maggior quantità di nemici da combattere su schermo e ambientazioni più ampie all'interno delle quali muoversi, tanto per cominciare.

Irrational sembra decisa a proseguire sulla strada dell'approccio fortemente metaforico e visionario, facendo leva su una fase storica (i primi anni del '900) foriera di grandi innovazioni per gli Stati Uniti, nel passaggio dal selvaggio West ottocentesco alla crescita industriale ed economica che nel XX secolo renderà il paese una potenza assoluta a livello mondiale. La città volante sembra racchiudere al contempo le ambizioni di progresso e di onnipotenza dell'essere umano; ritornerà con ogni probabilità il riferimento al "sogno americano" che già nel primo capitolo era piuttosto evidente, il fatto che a chiunque fosse data una possibilità di distinguersi, di emergere (o sommergere in quel caso..XD), anche se poi in definitiva molto spesso il fine non giustifica i mezzi.

Unica controindicazione al momento? Semplice, fino al 2012 non lo vedremo nemmeno col binocolo...armiamoci di mooolta pazienza..!

Il GOTY 2010 è già storia

Tendenzialmente non sono propenso a sbilanciarmi nella scelta del Game of the Year con largo anticipo, soprattutto tenendo in considerazione che l'autunno porta in dote un'enorme quantità di titoli di alto profilo, che possono tranquillamente aspirare all'agognato primato. Eppure, dopo aver completato Red Dead Redemption, tutto appare molto limpido. Semplicemente non ce n'è per la concorrenza: game set and match ancora prima di scendere a lottare sul campo.

Sì perchè se Rockstar ormai da anni ci ha abituato ad enormi ambientazioni open world, in questo caso è stato compiuto un evidente passo in avanti soprattutto sul fronte intreccio/personaggio.

John Marston sa ritagliarsi alla svelta il suo spazio nel cuore del giocatore, grazie a quel carisma di cui a ben vedere difettano i "primi attori" di Grand Theft Auto. Sono evidenti i riferimenti all'ampia filmografia di Sergio Leone e ai personaggi interpretati da Clint Eastwood, ma mentre un Vercetti finisce col fare letteralmente il verso a Scarface, il buon John non ha bisogno di vivere di luce riflessa, complice anche l'ottima cornice narrativa che lo vede suo malgrado protagonista.

Ex fuorilegge senza molti scrupoli, ha cercato di dare una svolta alla sua vita creandosi una famiglia e tentando di diventare un uomo migliore, consapevole degli errori fatti. Purtroppo per lui il governo intende usufruire dei suoi servigi per scovare e assicurare alla giustizia i vecchi membri della sua banda. Inizierà così un lungo percorso, che condurrà John dapprima nello stato di New Austin e in seguito nel "caliente" Messico, prima dell'epilogo, e che epilogo.

Sono proprio le fasi conclusive che consentono al gioco di raggiungere vette impreviste di coinvolgimento, grazie a numerosi e inattesi cambi di ritmo. Il consueto climax sembra condurre ad un esito delle vicende che, seppur ottimamente architettato, risponde in definitiva a clichè piuttosto affermati. Dietro l'angolo tuttavia si cela l'inaspettato, John verrà mostrato sotto un'altra luce, rispetto a come il giocatore l'ha apprezzato nel corso dell'intera avventura, fino all'ultimo, letale, colpo di scena. Posso affermare con certezza di non aver mai vissuto una fase finale di questo tipo all'interno di un videogame; si tratta davvero di un approccio innovativo, spiazzante ma al contempo coerente nel trasmettere determinate sensazioni al fruitore.

Ok, ho già detto anche troppo e non voglio scadere in fastidiosi spoiler, correte a giocarlo se non avete ancora provveduto, non ve ne pentirete! ;)

giovedì 1 luglio 2010

Finalmente ti ho accalappiato!

E' proprio il caso di dirlo, visto che stavo cercando questo titolo in lungo e in largo da oltre un anno. Uscito sulla prima Playstation nell'ormai preistorico 1999, lo giocai qualche anno più tardi, prima dell'arrivo sugli scaffali del secondo episodio. C'è chi sostiene si tratti ancora oggi del miglior capitolo della serie, non senza ragioni visto anche il lento declino del franchise, che ha raggiunto il suo apice negativo con il recente Homecoming (2008).

Al di là dell'amarcord, l'attesa è stata ripagata da un prezzo d'acquisto decisamente inferiore alle cifre che comunemente si incontrano per la rete. Per di più è immacolato, come si può notare negli screenshots sottostanti.

Se ci trovassimo su un forum qualsiasi non mancherebbe l'intervento del maniaco che nella sua collezione concepisce esclusivamente merce "factory sealed" (incelofanata per i profani). "Non vale niente il tuo usato, non ha mercato, è falso collezionismo". Frase sentita ripetere, con una certa puzza sotto il naso, più e più volte.

Non mi sono mai soffermato a discuterne con i diretti interessati ritenendola una perdita di tempo, ma ho una mia idea ben precisa al riguardo, basata in definitiva sul buon senso. Ok essere appassionati, volersi creare una ludoteca completa e secondo i propri gusti, ma il collezionismo di giochi nuovi, mai aperti, a mio modo di vedere è qualcosa di insensato. Il videogioco, come tutte le altre forme di espressione, va fruito, goduto e apprezzato, in altre parole deve essere vissuto.

Sarebbe come sostenere che un appassionato di libri non ne debba aprire mezzo per paura che qualche pagina possa rovinarsi. E diciamolo, avere una biblioteca personale e non poterla consultare sarebbe qualcosa di bizzarro. Ho parlato di libri ma lo stesso discorso potrebbe valere anche con la musica o i film. Del resto sono abbonato da un decennio alla rivista "Il Tennis Italiano", ma non mi sogno certamente di tenere ogni numero chiuso all'interno del suo celophane senza poter godere del contenuto. Poi ovvio se chiamiamo in causa francobolli, monete o le care vecchie schede telefoniche (che all'epoca collezionavo rigorosamente usate solo per questioni di "cash" XD) il discorso cambia.

Tornando ai videogames, qualcuno propone di acquistare due copie, una da fruire e l'altra da "conservare", ma a meno che non abbiate vinto il primo premio di qualche lotteria a caso è caldamente sconsigliato.. XD

martedì 29 giugno 2010

Database? Sì grazie, ma senza spendere

Alcuni giorni fa mentre mi aggiravo su Facebook ho notato il link ad un programma chiamato "Collectorz", che consente di catalogare i giochi della propria collezione accompagnando il tutto con una caterva di informazioni, testuali e fotografiche. Da buon malato di queste cose ho subito pensato "ottimo, figata", troppo presto ovviamente. Scorrendo la pagina infatti mi sono reso subito conto non solo che il suddetto software costa 29.99 euro, ma che per poter accedere all'archivio con tutte le informazioni del caso serve una sottoscrizione annuale di 15 euro.

Follia allo stato brado.

Non convinto ho effettuato alcune ricerche in rete e in men che non si dica ho trovato la giusta alternativa, completamente gratuita e con le medesime funzionalità. Il programma in questione si chiama "Data Crow", è scaricabile a questo link e permette di catalogare con una certa comodità non soltanto videogiochi ma anche film, libri e immagini.

Spesi alcuni minuti per abituarsi all'interfaccia tutto funziona in modo piuttosto semplice, le informazioni sono quantomai complete essendo estrapolate direttamente da Metacritic e la personalizzazione è ampia. Si può infatti scegliere di modificare il commento testuale, inserire alcuni dettagli specifici, la box art e tre screenshots per ogni cartella. L'unico difetto riscontrabile è una certa lentezza nei tempi di caricamento e nella fluidità di consultazione, niente comunque che impedisca una fruizione più che discreta, è necessaria solo un po' di pazienza per l'inserimento di tutto il materiale.

lunedì 28 giugno 2010

La nuova frontiera dei rhythm games

Sì lo so, non si tratta di una notizia fresca, ma era già qualche tempo che desideravo parlarne. Svariati mesi or sono Dhani Harrison, figlio del defunto chitarrista dei Beatles, aveva dichiarato di essere al lavoro su alcune nuove tipologie di strumenti musicali da introdurre sul mercato con Rock Band 3; soluzioni destinate a modificare profondamente il genere.

Nel corso del recente E3 è stata offerta una panoramica sulle novità che ci attendono, nello specifico una tastiera da 25 tasti che amplierà lo spettro di soluzioni per la propria band e una chitarra completamente rinnovata. In entrambi i casi si potrà optare per la struttura classica (con inesistenti pretese di realismo), oppure ripiegare sulla modalità "Pro Play" e concedersi un'esperienza molto simile a quella vissuta dai musicisti veri, almeno sulla carta.

Ma sarà veramente così? Non lo so, se l'idea di prendere in mano uno strumento più simile alla controparte reale mi intriga e non poco (anche perchè ho un passato da pseudo-pianista, almeno nelle intenzioni XD), sotto un altro punto di vista faccio fatica a valutare positivamente l'accessibilità dell'intero sistema per quei giocatori completamente a digiuno di spartiti, accordi e via discorrendo.

Vogliamo poi parlare del prezzo per il bundle completo? Non è stato ancora annunciato alle masse, ma stento a credere che una dotazione del genere (ci sarà anche una nuova batteria) possa essere commercializzata a cifre "umane". Calcolando poi che al cambio noi europei lo "prendiamo sempre il quel posto", posso solo dire che..HO PAURA. XD

domenica 27 giugno 2010

Solo 24 Boiate

Nella giornata di ieri mi è capitato tra le mani l'inserto "nòva", solitamente allegato a Il Sole 24 Ore ogni giovedì. In prima pagina il titolone "La società dei balocchi", accompagnato dall'altisonante "Psicologia e tecnica dell'homo videoludens". Con fare circospetto e un pizzico di curiosità mi sono fermato qualche minuto a leggere l'articolo, redatto da Luca Tremolada, direttamente dall'E3 di Los Angeles. Non ero di fronte ad uno specchio ma è molto probabile che abbia cambiato progressivamente colore mentre, quasi incredulo, mi facevo largo in una marea di boiate che poche altre volte ho avuto modo di leggere, sebbene la "generalista" negli anni si sia "impegnata" a fondo (che poi generalista in definitiva non è visto di chi stiamo parlando, ma tant'è).

Vado a scomporre il tutto, periodo dopo periodo, perchè è l'unico modo per dare un'idea precisa di ciò a cui mi sto riferendo (siete pregati di allacciate le cinture, chiudere il tavolino e porre il sedile in posizione eretta, mi raccomando XD). Ready? Go!

"La periferia meno nobile dell'industria dei videogame è a qualche decina metri (pronti-via, 1° errore ortografico ndr) dalla South Hall del Los Angeles Convention Center. Lontano dalle luci stroboscopiche e dagli effetti speciali dell'E3, la fiera più grande del mondo dedicata ai videogiochi che si è conclusa la settimana scorsa in California. Quasi nascoste dagli occhi dei big dell'intrattenimento elettronico. Un paesaggio di banchetti carichi di periferiche, pistole di plastica, sedili gonfiabili a forma di go-kart, insomma accessori di varia natura. 'Passiamo per essere dei moderni giocattolai - racconta un produttore taiwanese - ma più passa il tempo più tutto il settore assomiglia a un Luna Park'. A queste parole Kazuo Hirai il numero uno di Sony Entertainment risponde storcendo il naso. 'Macchè giocattoli - protesta - Tecnologie come il 3D integrato con il controller Move richiedono anni di investimenti di ricerca e sviluppo, e anche un sistema complesso di attori per produrre contenuti e di sviluppatori per lavorare sul software, dove tutti devono fare la propria parte'."

A parte la ben discutibile sintassi dei primi periodi e un chiaro errore ortografico (il primo di una tristemente lunga schiera), viene da chiedersi quale nesso possa esserci tra i commenti di un anonimo produttore di orpelli videoludici di seconda categoria e le dichiarazioni rilasciate dal presidente di Sony Computer Entertainment. Kaz Hirai protesta? Ma con chi? Col "giocattolaio di tarrocolandia"? Dai siamo seri..ma non è che l'inizio.

"In effetti il gaming è un ecosistema che finora ha avuto il merito di portare sul mercato nuove tecnologie, bruciando sul tempo altri comparti dell'elettronica di consumo. Esempio in questo senso non mancano: i videogiochi hanno praticato l'online almeno tredici anni prima della televisione che solo ora sta conducendo prove di interattivtà (2° errore ortografico ndr). Grazie a Nintendo DS la filosofia del touch screen ha anticipato di un paio d'anni il boom di iPhone e affini. Il grande pubblico ha scoperto cosa fossero sensori di movimento, accelerometri e giroscopi grazie alla Wii. E ora la stereoscopia che, pur essendo una tecnologia "antica", ha trovato nelle console e nella capacità di elaborazione dei chip la sorgente ideale per produrre in real time la terza dimensione. Insomma altro che giocattoli."

Qua nulla di particolarmente raccapricciante, se non la chiara percezione che quanto scritto sia assolutamente pari all'ostrogoto per chi ha messo a punto il pezzo. "la stereoscopia che, pur essendo una tecnologia "antica", ha trovato nelle console e nella capacità di elaborazione dei chip la sorgente ideale per produrre in real time la terza dimensione"? Il modo migliore per occupare tre righe senza dire nulla. Ma segnatevi l'ultima affermazione, tornerà utile tra poco.

"Le console con la scusa del gioco hanno introdotto sensori, interfacce, software, giroscopi, chip grafici: tecnologia a basso costo. Quest'anno poi i tre big dell'E3 hanno spremuto nuovo hardware che promette esperienze di gioco più immersive e interazioni uomo macchina ancora più naturali. Kinect, il sensore di Microsoft sulla carta è il più rivoluzionario. Il sistema di gioco sviluppato intenamente da Redmond con tecnologia dell'israeliana PrimeSense effettivamente riconosce la voce e il movimento del corpo, promette nuove forme di interazione senza l'intermediazione del controller. Quanto a Nintendo erano quindici anni che cercava di ottenere effetti 3D sulle console portatili. Precisamente da quando nel 1995 fecero flop con Virtual Boy, una macchina da gioco nata con l'ambizione di ricreare attraverso un complesso sistema di specchi oscillanti e led effetti stereoscopi il 3D (3° errore ortografico, ma di classe ndr). Solo oggi sono riusciti nell'intento, eliminando addirittura gli occhialini. Muovendo una leva l'immagine acquista profondità con un effetto ologramma. Una piccola magia ottenuta evidentemente grazie a sforzi titanici".

Ah Nintendo nel '95 fece flop col Virtual Boy? Ne furono venduti ad occhio e croce due, più che di flop forse era il caso di parlare di fallimento epocale. Bella scelta poi fare questi riferimenti quando in realtà siamo di fronte ad una nuova tecnologia che tutti gli addetti ai lavori stanno accogliendo con entusiasmo ed interesse e che difficilmente si dimostrerà un immenso buco nell'acqua. Insomma detto in breve, secondo me poteva anche risparmiarsi il richiamo al passato.
"Una piccola magia ottenuta evidentemente grazie a sforzi titanici" - altra bella frase piazzata lì tanto per fare volume, massì dai, tanto ora ci attendono le VERE argomentazioni.

"Queste tecnologie tra pochi mesi saranno in commercio. Ad attenderle non ci sono solo programmatori più o meno entusiasti. Le associazioni dei consumatori con i coltelli tra i denti si apprestano a valutare l'impatto di questi nuove (4° errore ortografico ndr) forme di interattività sulla salute."

Iniziando a dubitare che al Sole 24 Ore esista qualcuno addetto a correggere le bozze, o almeno che costui sia sobrio, ecco emergere l'immancabile considerazione paracula che non manca mai in queste situazioni. I videogiochi e la salute. Il nostro caro Tremolada poteva limitarsi a spiegare che ci sarà da verificare l'approccio ad un nuovo sistema di interazione, il quale porrà l'utente a contatto con mondi di gioco dotati di una profondità visiva mai avuta in passato. A mio avviso era più consono parlare di ipotetiche difficoltà nell'interfacciarsi con il display, non certo del pericolo che chi prenderà in mano un 3DS debba poi essere ricoverato d'urgenza (a meno che non gli abbiano fatto provare il dannato Virtual Boy, in tal caso sono vicino a lui e alla famiglia XD).

"Ma anche con diverso intento i laboratori e le università. O semplicemente gli hacker che smonteranno pezzo a pezzo questi device per inventare nuovi oggetti in barba alla proprietà intellettuale".

Questa è fantastica. Assolutamente geniale. Sarei curioso di mandare una bella mail al nostro mitico inviato per chiedergli se l'ha partorita da solo o l'hanno aiutato. Forse sarebbe il caso di limitarsi a scrivere con le informazioni di cui si è in possesso anzichè esprimersi in voli pindarici da circo. No perchè è come se io volessi mettermi a discorrere in maniera semi-seria di fisica quantistica. Sai le risate.

"I più interessati però sono gli studiosi del rapporto uomo-macchina. L'immersività del 3D e le nuove periferiche di gioco consentono un interazione (5° errore ortografico ndr) più naturale con i mondi sintetici spostando più in là i confine (6° errore ortografico ndr) della loro materia di studio, abbracciando le categorie proprie della psicologia sociale.

Non lo so, può darsi che in realtà sia io a non capire, ma di norma, se mi sottotitoli un articolo parlando di "psicologia e tecnica dell'homo videoludens", non aspetti le ultime dieci righe per concentrarti su ciò che effettivamente ti interessa. Qua invece ci troviamo di fronte ad una cozzaglia di informazioni sistemate alla benemeglio, infarcite di errori ortografici e con ardimentose valutazioni compiute da chi, in realtà, le basi per intavolare un commento di natura critica non le possiede.

"'C'è una rivoluzione in atto', commenta Luca Chittaro professore di interazione uomo-macchina all'università di Udine. 'Fino a qualche anno fa gli studi di questo tipo si ispiravano alla psicologia cognitiva. Si misuravano le performance dell'individuo che usa la macchina. Ora invece si analizzano le reazioni fisiologiche del corpo a questi agenti virtuali. E si osserva che le persone in relazione tra loro e con le macchine hanno comportamenti fisiologici molto simili'.

Seguono le dichiarazioni del Dr. Chittaro, il quale è oltremodo chiaro nell'esprimere il suo pensiero, ma a Tremolada non sembra sufficiente.

"In sostanza, percepiamo il virtuale come se fosse reale."

Ok che stiamo parlando di tecnologia, ma il 'target' del lettore medio di questo quotidiano è senza dubbio piuttosto elevato. Prodigarsi nello spiegare con una frase inutile qualcosa che è già stato illustrato in modo sintetico e preciso da un esperto a mio modo di vedere è assurdo, ancor prima che superfluo. Ma prepariamoci per il gran finale.

Signore e signori, rullo di tamburi!

"Se questo è vero, questi giocattoli potrebbero comprendere come siamo fatti. E potrebbero diventare degli specchi attraverso i quali poterci guardare. I videogiochi hanno poco meno di quarant'anni. Ma la ricerca sembra essere iniziata solo ora".

No caro Tremolada, è lei che mi sembra aver dormito fino a pochi istanti fa, è un pelo diverso. Ricordate cosa vi ho detto prima? Rispolveriamo:

"Insomma, altro che giocattoli".

Idee chiare e coerenza. Per metà articolo assume un tono entusiasta definendoli non dei semplici orpelli per adolescenti brufolosi. In chiusura al contrario emerge il reale pensiero del nostro prode giornalista, il quale sfrutta le rimanenti energie per levare anche l'ultimo briciolo di credibilità al suo pezzo, contraddicendosi da solo.

Terminata la lettura mi sono avventurato nelle pagine interne del fascicolo, pregando il Signore che non ci fosse ulteriore materiale dedicato. Trovarsi di fronte altre due facciate sull'E3 curate dalla medesima persona non ha avuto prezzo, e Mastercard non c'entra un bel niente in questo caso.

L'apoteosi dell'assurdo si è materializzata quando mi sono reso conto che in prima pagina hanno inserito il pezzo di gran lunga peggiore dei tre proposti. Ottima scelta, davvero geniale. Non mancano peraltro un paio di impareggiabili perle, che riporterò estrapolate dal contesto essendo agghiaccianti anche stand alone (tanto per rimanere in tema col settore.. XD).

PERLA N.1: "Il successo di una tecnologia è legato all'ecosistema di produttori che si forma intorno ad essa. E Kazuo questo la imparato (WHAT???!!) nel corso della sua carriera".

Ma LOL. Non aggiungo altro che è meglio.

PERLA N.2:"Nessun indizio invece su quella ("incredibbole", si sale a quota 7 errori) che accadrà dopo la PS3. Se è vero che Xbox sta già lavorando alla prossima console e Wii si appresta a lanciarne una nuova a breve, i dieci anni di ciclo di prodotti previsti da Hirai potrebbero non bastare".

Frase ineccepibile, davvero. Applausi XD.

Dispiace dirlo ma siamo sempre fermi sulle medesime problematiche. Certe bestialità in altri settori difficilmente si leggerebbero. Ci sono critici, esperti, persone che sanno il fatto loro. Basti pensare alla pagine dedicate al Costume e alla Società nei principali quotidiani. Libri, cinema e musica hanno il loro universo e chi ne scrive, in modo più o meno condivisibile, ma con argomenti veri, non con delle uscite da carosello. Sarebbe davvero così complicato fare lo stesso anche con l'intrattenimento digitale? (anzi no, diciamo unicamente videogiochi che altrimenti qualcuno di mia conoscenza poi si prende male XD). No, non sarebbe affatto complicato, ma si preferisce continuare sulla stessa linea. Braverrimi.

lunedì 21 giugno 2010

Anche gli assassini hanno un'anima

Sono già diversi mesi che ho completato Mass Effect 2 ma quando ripenso all'esperienza vissuta non posso che richiamare immediatamente alla memoria la figura di Thane Krios.

Poche volte infatti mi è capitato di rimanere così affascinato da un personaggio, una letale "spalla" per il comandante Shepard, che tuttavia non si limita ad un semplice ruolo di contorno, ma sa ritagliarsi il suo spazio, grazie alla vicenda personale cui ci rende partecipi e al suo modo di essere. L'individuo cinico e letale esaminato all'opera sul campo di battaglia, abile sia nell'utilizzo delle armi che nel padroneggiamento dei poteri biotici, lascia il passo a tutta la propria fragilità quando gli si va a far visita sul ponte della Normandy.

Thane non ama il suo passato, l'attività di assassino alla quale suo malgrado si è abituato lo ha logorato e allontanato dalla sua famiglia. Proprio per questo motivo chiederà a Shepard di aiutarlo a risparmiare il figlio, anch'egli giovane sicario, da un'esistenza fatta di rimorsi e di spettri. La consapevolezza di avere ancora poco da vivere lo rende risoluto, deciso a supportare con ogni mezzo possibile la causa alla quale ha aderito, nonostante gli intenti di Cerberus non siano poi del tutto limpidi. Si fida ciecamente del suo comandate e questo gli basta.

Nella mia campagna ha perso la vita durante lo scontro finale, degna conclusione per un personaggio di spessore. Non ci sarà nel terzo capitolo, di sicuro rimarrà tra i miei migliori ricordi dell'intera trilogia.

domenica 20 giugno 2010

Distinguersi dalla massa

Quest'uomo sembra esserci riuscito, allestendo una postazione di gioco che è tutta un programma. Di spunti originali ne ho visti tanti da quando colleziono videogames ma in questo caso siamo di fronte a qualcosa di differente. Un pazzo? Può darsi, ma l'idea è apprezzabile. Peraltro raccattare oltre 150 faceplate differenti tra loro comporta una spesa non indifferente, calcolando poi che non tutti sono così facilmente reperibili sul mercato.

Complimenti per l'inventiva, certo non dev'essere semplice rimanere concentrati sullo schermo con quel marasma di colori tutt'attorno..m'immagino cosa può saltar fuori avviando un Rez HD o un Geometry Wars, crisi epilettica assicurata!

sabato 19 giugno 2010

Kinect CHI?!

Rieccomi come promesso a parlare dell'E3 2010, per occuparmi questa volta di quei titoli che personalmente hanno catalizzato la mia attenzione durante la tre giorni losangelina. Innanzitutto bisogna riconoscere che Gametrailers ormai è come la manna dal cielo per tutti gli appassionati del settore, non che si tratti di una novità ma il coverage che hanno messo insieme in questa edizione ha superato i pur ottimi risultati conseguiti lo scorso anno.

Volete sapere qual è il gioco che mi ha più impressionato tra quelli mostrati? Chi mi conosce un'idea se la sarà già fatta visto quanto ho martellato in questi giorni..infatti sto parlando di Bulletstorm (cosa ridi, ti vedo eh XD). Lo sparatutto sviluppato da People Can Fly e supervisionato dallo spumeggiante Cliff Bleszinski mi ha lasciato letteralmente sbigottito. E pensare che le prime immagini che ho avuto modo di vedere qualche settimana fa non mi avevano fatto nè caldo nè freddo.

Il titolo è quantomai "ignorante" nella sua struttura (e non poteva essere altrimenti viste le premesse), ma ho riscontrato una quantità tale di richiami ad altri titoli da non poter rimanere indifferente. E' come se avessero unito ai punti di forza di Unreal e Gears of War alcune delle brutali mosse di Madworld, il tutto arricchito dall'uso qua e là dell'energia elettrica, all'interno di ambientazioni desolate che mi hanno richiamato un certo Borderlands (di cui parlerò tra non molto, visto che ci ho passato una quantità di ore spropositata XD). Tutto molto dinamico, il divertimento è palpabile anche non avendo il pad tra le mani e il comparto tecnico mi è sembrato davvero di primissimo livello. Insomma, salvo cataclismi, scimmia a manetta fino al 22 Febbraio 2011, data fissata per il lancio globale.

Restando in ambiente FPS potrei forse non dire due parole di Crysis 2? Certo che no, anche perchè ci ho messo il mio tempo a persuadermi che quella mostrata fosse la versione Xbox 360 del gioco, anzichè quella PC. Convincente oltre che possente sul piano tecnico, e non venitemi a dire che di FPS non se ne può più, fino a quando sono di questa qualità c'è poco da dire, prendetevela con chi ha messo al mondo Turning Point piuttosto. Potrebbe essere una grande tentazione goderselo in 3D ma resisterò (anche perchè di indossare i dannati occhiali non ne voglio proprio sapere..e di spendere 3000 euro per un nuovo TV neanche XD).

Interessanti anche le fasi in-game di Vanquish, third person shooter di Platinum Games, tamarro ancor prima che frenetico, potrebbe essere un buon modo per sfogarsi a ruota libera senza tenere troppo impegnata la testa. Di sicuro siamo nelle mani di un team che sa come si lavora.

Di Metal Gear Solid Rising non si è visto moltissimo ma quel poco che è stato svelato è più che sufficiente. Il cambio di rotta rispetto a Guns of the Patriots è particolarmente evidente, come hanno fatto notare i dev nel corso della conferenza tenuta da Konami nella giornata di mercoledì. Le fasi stealth saranno caratterizzate da un approccio più dinamico rispetto al passato, niente octocamo per Raiden, e perchè mai del resto, quando hai la fortuna di stringere tra le mani una devastante katana capace di fare a pezzi anche i muri come se fossero di gelatina? Tutto molto interessante , ci si augura che non venga snaturato lo spirito della serie.

E quello che non si è visto? Le mie maggiori aspettative erano rivolte a The Last Guardian e Mass Effect 3. Purtroppo entrambi sono rimasti degli oggetti misteriosi, probabilmente se ne riparlerà all'inizio del 2011. Stesso discorso per Deus Ex: Human Revolution. Come sospettavo i maledetti hanno pubblicato il trailer di Dio alla vigilia (tutto fumo e CG, ma che atmosfera!), facendo venire un embolo alla community globale, per poi limitarsi a rilasciare qua e là qualche intervista e a non spiegare quasi nulla sul gioco in sè. Sarà meglio che sia un fottuto capolavoro o vengo a prendervi uno alla volta come farebbe Travis Touchdown! XD

Visto che non l'ho già guardato abbastanza facciamo che linko il Trailer, mi raccomando la mascella va sostenuta ;)

Barcollo ma non mollo

Ok, direi che ci siamo, gli ultimi ritocchi e il blog può considerarsi ufficialmente riattivato (sperando che la spinta propositiva regga, non come già avvenuto fin troppe volte in passato). Da tempo stavo pensando di pubblicare una galleria di immagini dedicata alla mia collezione personale, finalmente mi sono deciso, visto che l'ultimo aggiornamento risaliva a novembre dello scorso anno sulle pagine di Faccialibro e da allora di novità ne ho aggiunte parecchie.

Manca all'appello la Special Edition di Motorstorm: Arctic Edge, raccattata grazie all'irriducibile Persiani in quel di Milano dopo averla lasciata dov'era già in un'altra occasione (e visto che l'ho rimediata a 19 invece degli originari 39 direi che è stata una mossa saggia). A dire il vero è in arrivo anche una chicca dei vecchi tempi ma ne riparlerò a tempo debito, visto che non ho ancora effettuato nemmeno il pagamento XD.

Nel mentre mi sembra giusto fare i miei complimenti anche ai prodi lord inglesi, che probabilmente questa sera avevano deciso di lasciare gambe e cervello in albergo, poco inghezzato il Don Feeebio. GOD SAVE THE QUEEN! XD

venerdì 18 giugno 2010

AAA Bombe Cercasi

No, non sto progettando nessun attacco terroristico, niente ordigni letali (anche se per certa gente un paio di missili Cruise tra le chiappe ce li vedrei bene). Le bombe latitanti sono quelle dell’edizione 2010 dell’E3, per lo meno sul versante Sony e Microsoft. Sì perché dopo alcuni anni di chiaroscuro è stata Nintendo a fare da vera mattatrice quest’anno, riuscendo a ritagliarsi uno spazio di primo piano per merito personale, oltre che per le evidenti pecche della concorrenza.

Che l’intento di Sony e Microsoft fosse quello di giocarsi tutte le carte sui rispettivi nuovi sistemi di controllo annunciati nell’edizione dello scorso anno era del tutto prevedibile, meno auspicabile invece assistere a due conferenze dal sapore piuttosto insipido, condite da molte parole e da una vagonata di prodotti destinati ad un crescente mercato casual, che hanno di fatto relegato la vera sostanza ad un ruolo che definire di secondo piano potrebbe sembrare un eufemismo. In effetti a parziale giustificazione si potrebbe anche considerare che notevoli informazioni erano già trapelate nelle settimane precedenti alla fiera, riducendo di conseguenza la mole di possibili sorprese in serbo per la platea e gli appassionati. Ma l’appunto non sembra essere sufficiente a far venir meno un velo di delusione e di rammarico.

Sony per conto mio è stata la peggiore, da un lato perché mi aspettavo qualche leccornia di prima categoria che in realtà non è arrivata, come il desaparecido The Last Guardian o Resistance 3, dall'altro per come è stato gestito l’intero evento. Ad eccezione dell’interessante demo di Killzone 3 e della meno esaltante dimostrazione dedicata al nuovo Twisted Metal, l’attenzione è stata quasi esclusivamente per Move e per il suo parco titoli. Sorcery visto così non sembrerebbe malaccio (anche se mi ha ricordato eccessivamente Harry Potter), così come Heroes on the Move, che peraltro potrebbe rappresentare un vero toccasana per gli appassionati del mondo platform. Ma vogliamo parlare di quello che non si è visto? Era difficile mostrare una sessione di gioco del nuovo Motorstorm? Presentare al pubblico qualcosa in più su God of War: Ghost of Sparta di un semplice filmato completamente fine a sé stesso? E si badi, non si trattava di annunci in loco, ma di materiale già conosciuto dal pubblico, già confermato in via più o meno ufficiale. Senza scomodare LA Noire che chissà tra quali meandri si è disperso, qualche informazione su Agent, non era forse il caso di darla? Perché se 12 mesi prima si annuncia una grande esclusiva facendo proclami ma nascondendosi dietro ad un semplice logo, mi sembra abbastanza grottesco non ricevere almeno un aggiornamento sullo stato dei lavori l’anno successivo. Decidere poi di mostrare fasi di gioco di Dead Space 2 e Medal of Honor (già mostrati alla conferenza EA) non può che aver alimentato la mia convinzione che gli argomenti da sostenere questa volta fossero davvero pochi (e non a caso infatti è puntualmente saltato fuori un bel trailer in CG di Final Fantasy IV). Senza considerare Infamous 2 e un protagonista che dovrebbe essere lo stesso del primo capitolo ma che in realtà non gli assomiglia manco per sbaglio. Sarebbe come dire che io sono uguale a Chiellini (e ringraziando Dio non è così XD).

Se non altro le magre note positive riguardano la data di lancio di Move, prevista per il mese di settembre, e il suo prezzo, tutto sommato abbordabile rispetto alle esose richieste di Microsoft per il suo Kinect (peraltro il nome peggiore che mente umana potesse concepire, e io che qualche mese fa mi lamentavo per la poca fantasia di Sony.. XD). Buona mossa anche l’annuncio dell’esclusiva per le limited edition di Dead Space 2 e Medal of Honor, oltre che per la beta di Assassin’s Creed: Brotherhood. Da verificare invece il Playstation Network Plus. Per carità le premesse sarebbero interessanti per quegli utenti che desiderino godere di numerosi contenuti settimanali ad un prezzo molto accessibile, meno proponibile per chi sia già, come il sottoscritto, utente Gold di Xbox Live e per di più non particolarmente interessato al versante dei titoli arcade.

Chiudo il discorso relativo a Sony rivolgendo un pensiero all’ottimo Gabe Newell, da sempre iper critico nei confronti di Playstation 3 e…puff…magicamente apparso sul palco per annunciare non solo che Portal 2 giungerà anche su PSN, ma che sarà anche la miglior versione disponibile..che dire, potere del Dio denaro. Tristezza.

Come dicevo, non è che la sinfonia in casa Microsoft sia molto differente, pochi titoli di spessore mostrati durante la diretta, a parte le demo di Reach e del terzo capitolo di Gears of War. Per il resto una discreta dimostrazione del prossimo Call of Duty di Treyarch e un esaltante nuovo filmato di MGS Rising contrapposto ad un anonimo trailer di Fable III, presentato dal consueto Molyneux (er Mulino per gli amici) in versione “vate videoludico”. Inutile? Sì, decisamente e assolutamente inutile a mio modo di vedere. Avesse spiegato qualcosa almeno. Per il resto occhi puntati su Kinect e sul suo copioso catalogo di titoli dedicati al mercato casual, materiale in parte anche copiato in modo spudorato (qualcuno ha per caso detto Kinect Sports? No, m’era parso), così come spudorata a mio modo di vedere è la scelta di offrire all’utenza una versione di Forza Motorsport 3 nella quale è possibile guidare senza un volante. La simulazione definitiva senza manco un pad tra le mani? Ma vogliamo scherzare? Un modo decisamente paraculo per proporre il medesimo prodotto in due salse diverse e riportarlo sul mercato una seconda volta.

Breve inciso dedicato a Xbox 360 Slim, design da molti criticato ma che a me non dispiace affatto. Se non fosse per il prezzo a cui verrà proposta avrei anche potuto farci un pensierino, anche se a dire il vero, visto l’affidabilità hardware dei vecchi modelli “Fat”, potrei anche non avere molta scelta in futuro..

Ma veniamo quindi alla vincitrice della rassegna, Nintendo per l’appunto. Gli annunci non sono mancati e sono sicuramente di livello, anche se come al solito l’azienda nipponica fa affidamento prevalentemente sui suoi brand storici. Ecco quindi che sono comparsi un nuovo Zelda (pregiudicato da alcuni problemi tecnici), un nuovo Donkey Kong, un inedito Kid Icarus, oltre a nuove info su Metroid Other M e sul nuovo Dragon Quest, per la gioia di tutti i fan di vecchia data. La chicca per quel che mi riguarda è stata rappresentata da quell’Epic Mickey che da mesi mi sta intrigando, e non soltanto per l’indiscutibile fascino che suscita il personaggio creato dalla geniale matita di Walt Disney. Warren Spector non è un nome qualunque nell’industria, il concept sembra quanto mai solido e le brevi sessioni mostrate mi hanno lasciato una buonissima impressione.

Chi tuttavia ha veramente spopolato in questa edizione 2010 è stato il 3DS. Proposto in questi mesi come qualcosa di rivoluzionario, si è messo in mostra al grande pubblico raccogliendo una quantità di consensi e di attenzione senza precedenti, con tanto di code chilometriche per riuscire ad aggiudicarsi l’agognata “prova su strada”. Il parco titoli promesso sembra di livello, in primis Metal Gear Solid: Snake Eater 3D. L’esperienza sarà tutta da vivere visto che è difficile comprenderne l’essenza senza avere gli occhi materialmente davanti alla console. Curiosità a palla a questo punto, nonostante non sia mai impazzito per la piattaforma.

Va beh direi che mi sono dilungato a sufficienza, domani se trovo un attimo di tempo proseguirò il discorso dedicandomi nello specifico ai titoli che mi sono interessati maggiormente, a quelli che avrei voluto vedere, ma soprattutto a BULLETSTORM, che non stavo considerando più di tanto, prima che mi salisse la proverbiale scimmia.

Buona notte a tutti e buon break even (riferimento comprensibile solo da pochi eletti XD).

Cambio d'abito

Era ora di cambiare aspetto, dopo tanto tempo passato all'ombra del layout predefinito di Blogger. Con l'introduzione del nuovo tool dedicato al design ho ben pensato di dare una rinfrescata globale a queste pagine, introducendo anche qualche novità come la barra per la condivisione dei contenuti e lo spazio dedicato ai lettori fissi (per ora solo il prode Persiani, ma sono una persona paziente XD).

In attesa di buttar giù un bel post riassuntivo sull'E3 2010 colgo l'occasione per fare i complimenti ai cugggini francesi e al simpaticissimo Raymond Domenech, che stasera hanno incantato la folla con una prestazione davvero SUPERLATIVA. Viva la France!!! XD

mercoledì 17 marzo 2010

E alla fine Trilogy Edition fu

Prenotata già da tempo onde evitare di rimanere con un palmo di naso, finalmente sono passato da GameStop a ritirare la mia copia della Ultimate Trilogy Edition di God of War III.

Qui di seguito ho deciso di postare alcune immagini scattate pochi istanti fa, dopo almeno dieci minuti di smadonnamenti vari. Sì perchè d'accordo che è l'edizione ultra limited che fa molto figo (o molto fuori di testa, a seconda dei punti di vista), ma non me la puoi sigillare a tal punto che per vedere quello che c'è dentro mi costringi a devastare la confezione..alla fine sono riuscito a limitare i danni, per fortuna.

Il contenuto devo dire che è molto buono, come da previsioni. La riproduzione del vaso di Pandora è ben realizzata, anche se in effetti mi aspettavo un oggetto leggermente più pesante, insomma qualcosa di vagamente più pregiato (o elegante, se volete) della volgare plastica. Ben fatta invece l'apertura a scorrimento laterale. All'interno, come potete vedere, c'è un primo livello che racchiude le cartoline, il codice VIP per i contenuti scaricabili, i tre CD della colonna sonora e l'art book. Nel doppio fondo invece alloggiano i box del gioco e della God of War Collection.

Guardi tutto questo materiale nel suo insieme e dici, 'ok, 150 sacchi spesi a dovere'. Vero, anche se non mancano alcune pecche da sottolineare. In primo luogo l'assenza, già annunciata da qualche settimana, del cd metal ispirato alla saga, che avrebbe dovuto essere presente in forma fisica e invece è solamente scaricabile dal PSN. Pessima scelta a mio modo di vedere, e anche un po' "paracula" visto che è stata comunicata quando ormai i pre-order erano già ampiamente piazzati. In secondo luogo quello che viene definito "art book". Art Book? Un libretto minuscolo di poche pagine? Ma l'hanno visto l'art book di Bioshock 2? La risposta è evidente...
Ad ogni modo nel complesso mi ritengo soddisfatto, ora devo solo riprendermi un attimo, trovare una collocazione al malloppo, spararmi i precedenti capitoli in HD e passare poi alla titanica conclusione della trilogia. Non mancherò di postare alcune mie considerazioni a "lavoro finito". Buon massacro a tutti..!