domenica 4 maggio 2008

Il Solito Sensazionalismo


Ci risiamo. Con l'uscita del nuovo capitolo di Grand Theft Auto si riapre l'ormai annosa questione riguardante i videogiochi violenti e le implicazioni che questi ultimi potrebbero esercitare soprattutto sui giocatori più giovani. L'attacco mediatico è arrivato, pronto come non mai, denso di accuse più o meno gratuite e di una sana cultura generalista (per non chiamarla disinformazione).
Mentre l'utenza si interroga sulla reale qualità del prodotto, criticando aspramente la sequela di recensioni con punteggio massimo assegnate oltreoceano, la campagna pubblicitaria in esclusiva Microsoft impazza da giorni sulle reti commerciali, rendendo quantomai conosciuto Niko Bellic anche a coloro che non masticano per nulla il settore videogiochi. Vengono dei dubbi sulla qualità dei nostri organi informativi, proprio alla luce di quest'ultimo aspetto che abbiamo sottolineato. I telegiornali si sono pronunciati sull'argomento ed in particolare un servizio del TG1 ha destato scalpore nel popolo degli appassionati per il suo attacco aperto a tutto il settore, nonchè per una serie di contenuti palesemente errati e al limite del grottesco. Senza dilungarsi in esempi è sufficiente richiamare l'immagine di un finto giocatore che preme i tasti di un joypad in modo frenetico, quasi schizofrenico, mentre sullo schermo non scorrono nemmeno le fasi di gioco ma semplicemente uno dei filmati. Ora, chiunque conosca un minimo il settore è consapevole che GTA da sempre si porta dietro una serie di contenuti discussi e decisamente maturi, ma ci interroghiamo sul perchè regolarmente si debbano sfruttare immagini e montaggi video per propugnare una propria tesi tanto grossolana quanto errata.
Mercoledì pomeriggio uno dei redattori di Spaziogames è intervenuto in diretta sulla rete televisiva All Music proprio per discutere dell'argomento e purtroppo anche in questo caso frasi abbastanza chiare, prive di qualunque polemica, sono state interpretate in modo sbagliato dalla presentatrice (potete vedere l'intero filmato nella finestra all'apice dell'articolo).
E' triste vedere come il dialogo non sia possibile, nonostante ci si trovasse su una rete musicale, teoricamente più vicina e aperta alle nuove tendenze. Non si vuole comprendere, come ha puntualmente sottolineato il mio collega, che il PEGI è un organo quanto mai chiaro nella sua descrizione dei contenuti di ogni prodotto. Il fatto che non venga rispettato non deve imputarsi al medium videoludico in sè ma in buona parte a genitori disattenti nei riguardi dei propri figli (non serve avere decenni di gioco alle spalle per farsi un'idea e la sigla 18+ sulla copertina è chiara e inequivocabile) e soprattutto a venditori senza scrupoli, interessati prevalentemente a vendere e che non si preoccupano per nulla se il gioco vietato finisce nelle mani di un allegro dodicenne.
Sul dibattito cinematografico non sono mancati ulteriori equivoci e inesattezze, specialmente nell'operare un confronto impari tra i due medium, non tanto sui contenuti, poiché è vero che vengono veicolati concetti in modo differente, quanto sulle possibilità espressive che concettualmente dovrebbero lasciare libertà al regista e "legare le mani" ai Game Designer. Perchè una vicenda cruda narrata in un gioco deve essere violenza allo stato puro, mentre una pellicola può mostrare orrori indescrivibili ed essere elevata allo stato più alto dell'arte? Si badi che non facciamo più riferimento solamente a GTA, ma a tutti quei titoli che trattano argomenti delicati. E analogamente, non è forse vero che film comunque bellissimi come lo stesso Full Metal Jacket, non dovrebbero essere fruibili dall’utenza più giovane? O vogliamo credere che la guerra, i suoi soprusi, le mille sofferenze, possano essere sbattute in faccia ad un ragazzino senza che nessuno di fianco si preoccupi di spiegare, di mediare tra la crudeltà dello schermo e gli occhi innocenti che osservano?. Lo stesso discorso può essere fatto con i film riguardanti la mafia, forse più coerenti, tutto sommato, con il gioco del quale abbiamo parlato nei paragrafi precedenti. Smettiamola allora di prenderci in giro, ci vorrebbe più buon senso, da parte di tutti quanti, e in qualunque ambito.

Al momento non ho ancora avuto modo di provare il gioco, ma arrivano molti pareri incoraggianti, anche rispetto ai capitoli precedenti. Nei prossimi giorni avrò tempo e modo di occuparmene e non mancherò di inserire alcune impressioni dettagliate sulla storia, il gameplay e soprattutto l'online, una delle novità per la serie.