mercoledì 26 gennaio 2011

Che fine ha fatto Jason Rubin?

Esatto, è quello che mi domandavo da un po' di tempo a questa parte, visto che dal 2004 si sono perse le sue tracce nell'industry.

Jason Rubin ha rappresentato per molti giocatori della mia generazione un punto di riferimento, offrendo sprazzi di genialità che ancora oggi vivono sotto il logo da lui creato, sebbene da qualche anno ormai Naughty Dog non rappresenti più una sua creatura.

Un ragazzo particolarmente precoce, che a 13 anni si cimentava già con le prime esperienze di programmazione su un arcaico Apple II. A 15, insieme al compagno di scuola Andy Gavin, decise di dare vita ad un marchio, quello del "cane dispettoso", con ogni probabilità ignaro di quello che avrebbe rappresentato nei decenni successivi, o magari no, visto che Jason ha sempre amato anticipare i tempi, arrivare prima laddove agli altri serve un po' più di tempo. Fortunato lui, ma fortunati anche coloro che hanno avuto l'onore di giocare ai suoi titoli.

Come dicevo, da anni ormai non fa più parte dell'industria videoludica, probabilmente più per scelte personali che per una reale volontà di abbandonare quella che è stata per tanto tempo la sua principale ragione di vita. O magari solo per prendersi una pausa da un mercato sempre più competitivo, nel quale la pressione a carico degli addetti ai lavori è cresciuta in modo esponenziale, insieme con le aspettative del sempre più nutrito pubblico.

Che poi a grandi linee è quello che dichiarò a Gamasutra nel 2007, in occasione della presentazione del Comic Book intitolato Iron and the Maiden, al quale stava lavorando in collaborazione con Joe Madureira.

"Ci sono molte ragioni per cui ho scelto di abbandonare questa industry. Uno dei principali motivi è proprio quello di prendermi una pausa. Prendete in considerazione i miei amici che sono registi: lavorano alle loro pellicole ma quando l'attività si conclude dicono 'mi piacerebbe fare questo nel prossimo film. Posso iniziare in due o tre mesi', e si ritagliano il tempo necessario per riprendere la loro energia creativa.

Nella game industry non è concesso. C'è sempre il periodo natalizio che incombe, sfortunatamente. Vorrei avere il Natale una volta ogni due anni.

Avevo bisogno di una pausa e mi sembrava una buona idea gettare uno sguardo ad altri media. Sono rimasto affascinato dai fumetti, ho ripreso a seguire il cinema, ho giocato su internet fondando una compagnia come Flektor. Ho certamente pensato di tornare indietro dopo un po', ma sono rimasto colpito dalle altre attività in cui mi ero impegnato. Mi piacerebbe ritornare alle origini. Sapete, nel mio petto batte il cuore di un gamer. E' quello che ho fatto per tutta la mia vita, ad esclusione degli ultimi due anni".

Nel frattempo di anni ne sono passati altri tre, senza che il figliuol prodigo degli universi interattivi facesse il suo ritorno all'ovile. Recentemente, insieme all'eterno compare Andy Gavin, ha fondato una nuova compagnia chiamata Monkey Gods, il cui scopo primario è la realizzazione di piccoli titoli dalle spiccate propensioni "social". Niente a che vedere con le origini, ma potrebbe forse rappresentare un nuovo inizio.

Chiudo questo pezzo celebrativo con una constatazione che mi ha lasciato piuttosto stranito. Visitando il profilo di Facebook di Rubin e i suoi album fotografici, sono incappato in due immagini piuttosto significative:


Ricordavo i suoi lineamenti, ma non li avevo affatto collegati in questi anni. Trattasi di tributo? Direi che la risposta è abbastanza evidente. Vorrei segnalare tra l'altro che la seconda foto, quella col deserto alle spalle, è datata 11 Novembre 2007. Che vi dicevo? Jason ha sempre amato essere un precursore, il mio augurio è di rivederlo presto tornare nel suo regno.

martedì 25 gennaio 2011

Crazy retro January!

Sì lo ammetto, mi sono lasciato prendere leggermente la mano in queste prime settimane del 2011... è altrettanto vero però che da qualche tempo cercavo un Dreamcast boxato ad un prezzo abbordabile. Avendo trovato un mega lotto con diversi giochi inclusi (e un Game Boy) ho ben pensato di procedere all' "insano" acquisto...si vive una volta sola! XD

PS: Sono ancora in attesa di Final Fantasy VII che dovrebbe arrivarmi a giorni, poi per un po' basta, lo prometto (frase ricorrente XD).

mercoledì 19 gennaio 2011

Qualcosa là fuori, in silenzio, forse si sta muovendo

Già è proprio così. Da tempo nelle mie ricerche sul web cerco di attingere dalla miriade di blog e articoli che popolano la rete con lo scopo di trovare persone che condividano le mie stesse riflessioni e mi consentano di svilupparle sotto certi punti di vista, magari secondo logiche di confronto, per poi raggiungere il tassello successivo.

Quasi per caso sono transitato sulle pagine di due blog, curati rispettivamente da Sergio Giannone e Massimiliano Di Marco, il primo fondatore del portale indipendente Xbox Way e collaboratore tra gli altri della rivista Wired, il secondo impegnato sulle pagine di Gamestar.it.

Gente come il sottoscritto, che con ogni probabilità ha vissuto esperienze simili alla mia, ragazzi tenaci, che credono nonostante tutta la miriade di difficoltà latenti in questo mercato di poter prima o poi trovare lo spiraglio per fare la differenza, se non a livello professionale, almeno sul piano dei contenuti, della qualità di scrittura e della validità delle proprie opinioni.

La tematica di fondo vaga nella mia testa da anni, probabilmente dal momento stesso in cui ho scelto di scrivere di videogiochi e di mettere in piedi questo blog, ovvero provare a comprendere in che modo si possa concretamente operare per far sì che questo ambiente sviluppi una maggior coscienza di sè. Sì avete capito bene, una coscienza critica che a ben vedere ancora è assente, per tutta una vastissima serie di motivi in parte già accennati in vecchi post, ma per lo più ancora da esplorare. La questione è tutt'altro che semplice.

I videogiochi sono un passo indietro rispetto alla stampa tradizionale, è innegabile riconoscerlo, e dice bene Sergio quando afferma che "La colpa è di chi a discapito della qualità predilige la quantità. La colpa è degli editori". Le mie esperienze passate sono esattamente lo specchio di questa affermazione, l'ho ribadito per l'ennesima volta anche nella giornata di ieri parlando della mia nuova avventura su Gamemag.

Aggiungerei che in molti casi non si tratta unicamente di una superficialità dovuta alla scarsa comprensione di come si dovrebbe lavorare, ma ad una vera e propria malafede che imperversa in seno a coloro che muovono le fila delle principali realtà specializzate. Si fa alla svelta a dare la colpa alla moltitudine di ragazzi che, con alterne capacità, si cimenta nella collaborazione con siti dalle politiche assai discutibili. Si fa presto ad additarli come principale causa dell'empasse di un mondo che invece di sfruttare la spinta propulsiva garantita da Internet sta vivendo all'ombra dei "vecchi fasti" delle riviste cartacee. Non sono loro la spada di Damocle, leviamocelo dalla testa.

Che poi se ci ragioniamo per bene è l'apoteosi dell'assurdo. Negli anni '90 il linguaggio dei videogiochi era ancora più acerbo di quanto non sia oggi, la sperimentazione nel pieno del suo corso, erano gli anni in cui nasceva Doom, in cui dal 2D si passava alle esperienze tridimensionali, figuriamoci quanto potessero essere chiari e definiti i paletti a disposizione della stampa specializzata. La risposta è piuttosto scontata.

Riprendendo le fila del discorso credo sia piuttosto pacifico che il problema stia a monte, ovvero nel fatto che la rete abbia sdoganato come sedicenti "editori" tutta una serie di soggetti che, per vari motivi (e per fortuna aggiungerei), non aveva avuto possibilità di crearsi uno spazio in un mercato molto più tradizionale e "rigido" come quello della carta stampata. Non c'è bisogno di fare nomi, chi vive all'interno sa bene a chi e a cosa mi sto riferendo.

Sempre Giannone scrive nel suo articolo:

"Ma a volte mi chiedo davvero se chi scrive su questi siti (e prima di loro chi approva gli articoli per la pubblicazione) conosca esattamente qual è lo scopo di una recensione, a cosa serve, a quale pubblico è presumibilmente rivolta e di conseguenza come andrebbe impostata. Che tipo di linguaggio usare, quanto deve essere lungo il pezzo."

Touchè, è esattamente questo il punto focale della questione: qui abbiamo a che fare con persone che non solo si sono improvvisate senza avere la reale comprensione di ciò che si apprestavano a fare ma (cosa più grave a mio modo di vedere) non sono state nemmeno in grado di maturare una coscienza nel tempo, per mezzo dell'esperienza, probabilmente più per questioni di comodo che per reali incapacità intellettuali. E poi ci sarebbe da spendere due parole sulla formazione accademica in materia, ma è un argomento che meriterebbe una trattazione a sè stante.

L'unico tassello sul quale a mio modo di vedere la mia interpretazione e quella di Giannone differiscono riguarda il fatto che il lato economico della faccenda sia slegato da quello meramente qualitativo. Per come la vedo io le due problematiche sono legate vicendevolmente una all'altra, c'è poco da fare. Laddove economicamente esista una condizione che offra determinate garanzie è anche più facile che ci possa essere un apporto qualitativo maggiormente apprezzabile. Non intendo necessariamente soddisfacente sia chiaro, ma per lo meno in grado di mantenersi entro i binari della decenza (e mi riferisco se non altro alla forma e ad un utilizzo corretto della lingua italiana).

Peraltro andandoci a collocare su un livello ulteriore si può convenire con Sergio che il giornalismo videoludico ad oggi sia un termine vuoto, privo di quel contenuto che dovrebbe essere invece chiaro ed evidente anche per coloro che magari non si interessano minimamente a questa realtà. Ahimè non è così. Certamente esistono delle eccezioni, persone di grande esperienza che già da tempo prestano la loro penna alla stampa generalista dando un minimo di lustro all'intero settore, gente come Ivan Fulco, tanto per fare il primo nome che mi viene in mente. Ma è ancora troppo poco, non ci sono dubbi.

Tirando le somme di queste riflessioni notturne (o nottambule che mi sembra più appropriato XD), rivolgo un invito ai diretti interessati ma anche a tutti coloro che dovessero leggere questo articolo e si identifichino nei suoi contenuti: parliamone insieme, mettiamoci in contatto, è l'unico modo costruttivo per crescere e acquisire strumenti che diversamente ci sarebbero preclusi. Tutti abbiamo ancora molto da imparare ma il fatto che, come ho scritto nel titolo, là fuori qualcosa si muova, nella coscienza altrui, mi fa andare a dormire con stimoli rinnovati.

Ci si legge. Un saluto al popolo della notte. ;)

martedì 18 gennaio 2011

A volte ritornano


Come avevo già anticipato nel mio precedente post è tempo di nuove esperienze, dalla scorsa settimana infatti collaboro ufficialmente con Gamemag, il nuovo canale di HWMedia Group dedicato esclusivamente al mondo dei videogiochi.

Il sito è online dalla fine di ottobre e ha ampliato di recente il proprio organico dopo una fase iniziale di assestamento. I contenuti consultabili sono ancora piuttosto limitati ma ci sarà il tempo per mettersi in carreggiata come si deve, dopotutto il bacino d'utenza è già ottimamente avviato grazie all'enorme quantità di accessi che fa registrare quotidianamente hwupgrade.

Come da tradizione per una squadra che ha dimostrato di sapere il fatto suo in questi anni la qualità verrà preferita alla mera quantità, un dettaglio non da poco se analizziamo il modo di ragionare di molti "insider", i quali preferiscono gettare in pasto degli utenti quantità industriali di testo, senza curarsi più di tanto del livello qualitativo.

Che poi in effetti quando le condizioni sono di un certo tipo è difficile pretendere puntualità e precisione, è più che comprensibile e ne ho parlato ormai fin troppe volte, forse però è anche per questo motivo che ho deciso di accettare una nuova avventura. Le basi in questo caso sono flessibilità e pretese proporzionate alle capacità retributive, concetti che già di per sè sono meglio di tutti gli altri fiumi di "vuoti proclami" che mio malgrado ho dovuto ascoltare in questi anni. ;)