sabato 21 maggio 2011

Aspiranti manager, fatevi sotto


Il principio è sempre lo stesso: se ci si vuole dedicare a qualche minchiata, bisogna saperlo fare con un certo stile. E il folle "Fifa Manager Carriera Online" sembra averne da vendere, anche grazie ai vari "matti" che hanno deciso (a loro rischio e pericolo) di aderirvi.

Tutto è ancora abbastanza work in progress ma dopo 5 giorni di mercato stiamo iniziando a definire anche i dettagli. Dodici le squadre partecipanti alla prima stagione, con l'obiettivo di espandere in futuro l'esperienza e di raggiungere il numero legale per la creazione anche della Seconda Divisione. Un'evoluzione che nelle premesse intende seguire le orme di "Sensible Soccer Carriera Online", fondato da cinque persone e ora giunto ad un totale di quaranta membri, con ben quattro differenti categorie.

Roba "pettinata", come piace dire al Belli. Il sottoscritto per non smentirsi ha scelto di vestire nuovamente i colori del glorioso Everton, che in passato hanno regalato molteplici soddisfazioni. Non poteva ovviamente mancare lo zoccolo duro dei giocatori più rappresentativi, a partire da Mikel "Artrite" Arteta, passando per "Bellicapelli" Fellaini e Tim Cahill. La difesa è solidissima grazie al supporto di due fenomeni come Lucio e Terry, di terzini veloci quali Sagna ed Evra e di un Casillas che tra i pali a tratti sembra voler emulare Mandrake..xD Davanti spazio al "Cacciavite" Edin Dzeko, coadiuvato dal bruttissimo Tevez e da quel folle di "Super Mario" Balotelli, che ha apposto la firma sul contratto solamente da pochi minuti.

L'avvio ufficiale della stagione è fissato per martedì, ci sarà da divertirsi. Fuoco alle polveri!!!!

domenica 1 maggio 2011

Debacle del PSN: vediamo di fare il punto della situazione

E' difficile poter fare previsioni su quanto costerà a Sony l'intera vicenda che sta investendo da quasi due settimane il PlayStation Network. Gli analisti si sono già spesi in previsioni su quelli che saranno i danni di carattere economico e d'immagine che colpiranno inesorabilmente il colosso nipponico, in seguito all'ormai noto attacco che ha reso la piattaforma online di PlayStation 3 completamente inutilizzabile e ha messo a repentaglio la sicurezza di dati personali riconducibili ai circa 77 milioni di utenti sparsi per tutto il globo.

Immediato e inevitabile, il polverone si è sollevato in tutta la sua potenza. E visto quello che è successo e ancora sta accadendo non poteva essere altrimenti. Un susseguirsi di comunicati stampa, interviste e dichiarazioni di vario genere, che si sono alternate giorno dopo giorno dallo scorso 21 aprile, oltre alle ovvie lamentele di un'utenza "leggermente" imbufalita da quanto avvenuto.

In un primo tempo gli addetti ai lavori hanno cercato di minimizzare, affermando che era semplicemente in corso una "fase di manutenzione", e tutto sarebbe tornato operativo "nell'arco di 24/48 ore". Una versione ufficiale che fin dall'inizio è sembrata ben poco credibile, per vari motivi. In primis il fatto che solitamente le fasi di manutenzione del PSN vengano effettuate nelle fasce orarie notturne e non richiedano più di qualche ora per essere portate a termine, in secondo luogo l'evidenza che tutto ciò si stesse verificando proprio nei giorni in cui si apprestavano a giungere sugli scaffali dei negozi SOCOM: Forze Speciali e Portal 2. Prodotti che sfruttano le funzionalità online, godendo rispettivamente di modalità multiplayer e co-op.

Sono quindi bastate poche ore perchè la verità venisse portata allo scoperto. Il problema non nasceva infatti da un presunto malfunzionamento delle infrastrutture, su cui Sony stava lavorando, ma da un attacco in grande stile ad opera di alcuni hacker non meglio specificati.

Una volta diffusa la notizia la situazione è progressivamente degenerata e, come spesso accade in situazioni molto delicate, si è finito per dichiarare tutto e il suo esatto contrario, generando una buona dose di confusione e la conseguente (comprensibile) incazzatura di molti giocatori. Dapprima Sony ha comunicato tramite il PlayStation Blog il pericolo che numerosi dati sensibili potessero essere stati trafugati, compresi i numeri delle carte di credito, mentre nelle ore successive non sono tardate a giungere prese di posizione diametralmente opposte e frasi di circostanza tese a minimizzare gli eventi, o per lo meno a ridurne la portata.

SOE ha assicurato che le informazioni personali sottratte dagli account di PlayStation Network non includerebbero dati specifici riguardanti i consumatori, facendo presente nello specifico che i dati delle carte di credito presenti sui server erano criptati.

Persino la cooperativa che gestisce i servizi finanziari Visa ha deciso di diramare un comunicato stampa, nel quale si faceva presente alla clientela che non era necessaria la cancellazione della carta di credito dal proprio account, aggiungendo peraltro che era preferibile "rimanere vigili e monitorare la situazione". Tutto tranquillo? Non proprio, visto che nel frattempo alcuni utenti del sito Ars Technica sembrano aver evidenziato frodi sui propri conti correnti, accusando proprio Sony.

"Qualche giorno fa, la mia banca mi ha comunicato che alcuni dati sulla mia carta di credito erano stati rubati. Si tratta della carta di credito che uso per PlayStation Network", ha dichiarato uno dei lettori. "Con quella carta è stato acquistato un biglietto aereo del valore di 600 dollari presso una nota compagnia aerea tedesca. La banca sta ancora investigando sulla frode e adesso mi ritrovo con un negativo di 500 dollari sul mio conto. Difficilmente la cosa sarà risolta in tempi brevi".

Capendo che la situazione iniziava davvero a sfuggirle di mano, Sony ha diffuso un ulteriore comunicato tramite i suoi organi stampa, nel quale smentiva in modo categorico che informazioni protette fossero state sottratte.

"Tutti i dati sono stati protetti ed è stato impedito qualsiasi tipo di accesso. L'intera tabella con le carte di credito è criptata e non abbiamo alcuna prova che dati sulle carte di credito siano stati rubati. La tabella con i dati personali, che è un insieme di dati distinto, non è cifrata ma, come è noto, benchè fosse all'interno di un sistema di sicurezza molto sofisticato, è stata violata da un attacco doloso".

Peraltro è quantomeno bizzarro che in seguito alla lunga debacle vissuta dal PSN in questi giorni, anche Geohot, al secolo George Hotz, abbia criticato l'operato dei responsabili e compreso in un certo senso le ovvie difficoltà di Sony, per quella che dopotutto è la vicenda più difficile da gestire da quando PlayStation 3 è stata messa sul mercato.

Già, proprio lui. Il ragazzino terribile che ha trionfato laddove molti in questi anni hanno vanamente fallito, ovvero riuscire a ottenere il jailbreak della console, rendendo di fatto vulnerabile un sistema anti-pirateria che a lungo è stato considerato inviolabile.

Reduce dal recente patteggiamento con il colosso nipponico, Geohot ci ha tenuto a prendere una posizione chiara al riguardo, smentendo categoricamente il proprio coinvolgimento e anzi scagliandosi in maniera ben poco velata contro i suoi brillanti e aggressivi colleghi.

"Come vittima del furto delle identità, mi associo a chiunque si sia visti sottratti i dati. E a chiunque pensa fossi coinvolto in qualche modo: non sono pazzo, e preferirei non avere l'FBI che bussa alla mia porta", ha dichiarato con evidente fastidio lo scorso giovedì.

"Esplorare la sicurezza dei vostri device è figo, introdursi nei server altrui e rubare il database degli utenti non lo è. Così facendo mettete in cattiva luce la community dedita all'hacking, anche se stiamo parlando di Sony".

Parole forti, confermate dal commento finale, diretto proprio ai misteriosi responsabili dell'attacco: "Due cose per i responsabili. Chiaramente avete del talento e otterrete un sacco di soldi (o una sentenza e la bancarotta) in futuro. Non siate cazzoni a vendere le informazioni della gente".

L'interrogativo che può sorgere a questo punto riguarda le tempistiche per il ripristino del servizio e la strategia adottata per cercare di risarcire in qualche modo gli utenti, spingendoli a fidarsi nuovamente degli strumenti di cui dispone Sony e della sicurezza delle sue piattaforme di intrattenimento.

Nella giornata di ieri è stato pubblicato sul PlayStation Blog un esteso comunicato d'aggiornamento, nel quale si spiega che il servizio tornerà operativo in maniera graduale, limitandosi in un primo tempo solamente al ripristino delle funzionalità di gioco online (e chissà che riesca finalmente a provare il dannato multiplayer di SOCOM..! XD), alla gestione dell'account e modifica della password, al download dei film e infine alle funzionalità riguardanti chat vocale e lista amici.

Per quanto riguarda invece l'operazione di "recupero" dell'utenza, è stata pianificata una selezione di contenuti scaricabili in forma gratuita, 30 giorni di abbonamento al servizio Premium Plus (un mese extra per chi è già abbonato) e infine un mese di servizio gratuito per coloro che siano iscritti al servizio Qriocity.

E' proprio il caso di dirlo: un bel pasticcio per Sony, senza dubbio nel mirino di persone che sanno il fatto loro per quanto riguarda la violazione di sistemi di sicurezza. Ciò non toglie che il fatto sia piuttosto grave, anche perchè in definitiva, nonostante le smentite di rito, è stata messa a repentaglio la privacy dei consumatori (e il conto in banca per gli inguaribili ottimisti che non si sono serviti di carte prepagate). Viene da chiedersi se su Xbox Live sarebbe andata nello stesso modo, oppure se Sony debba farsi un approfondito esame di coscienza.

"Sviste" di primavera

Ogni volta che succede la domanda è sempre la stessa: ma ci sono o ci fanno? A volte è difficile poterlo capire con precisione, di sicuro quando qualche titolo viene "per errore" svelato, il livello di attenzione del pubblico sale esponenzialmente. Niente di strano, si tratta di meccanismi ormai consolidati nell'era di internet. Semmai è singolare il fatto che ad essere interessati, nell'arco di sole 48 ore, siano stati due brand di forte impatto come Need for Speed e Assassin's Creed.

Ad aprire le danze è stato proprio il futuro capitolo dell'ultra decennale racing game, svelato per un presunto errore tramite le pagine del rivenditore online ShopTo nella giornata di giovedì. Tra i pre-order è infatti stato inserito un fantomatico NFS: The Run, immediatamente confermato da Electronic Arts e accompagnato dal primo teaser trailer.

Come si legge nel breve commento reso noto dal publisher a margine del filmato: "Si chiama The Run ed è un'adrenalinica e illecita corsa che attraversa la nazione. L'unica cosa che ti può ridare la tua vita è arrivare per primo sia a San Francisco che a New York. Non ci sono limiti di velocità, non ci sono regole e non ci sono alleati. Tutto quello che hai sono le tue abilità di guida e grande determinazione, mentre sfidi centinaia tra i piloti più famosi del mondo sulle strade più pericolose della nazione".

Da quanto sembra di capire la componente cinematografica sarà piuttosto marcata, come già lo era nel pur insipido NFS: Undercover. Sembra però che la volontà sia quella di creare una terza "branca" del brand, affidata agli sviluppatori di Black Box e che si differenzi a dovere sia da Shift che da Hot Pursuit.

Nemmeno il tempo di dire con ghigno sarcastico "toh, ma che sbadati" e puntualmente il giorno dopo compare in rete una seconda presunta svista: quella di un nuovo capitolo riguardante l'universo di Assassin's Creed. Un utente di NeoGaf ha infatti notato sulla pagina di Facebook un logo, recante il nome del gioco e il sottotitolo "Revelations", poi frettolosamente cancellato.

Ubisoft non si è fatta pregare e in men che non si dica è andata online una fanpage dedicata, nella quale si legge che saranno svelati i primi dettagli una volta raggiunto il numero minimo di "Mi Piace". I riflettori sono puntati, ma ho il vago sospetto che si tratti del classico fumo negli occhi, un po' come avvenne un paio d'anni or sono, quando il presunto "grande annuncio" di Kojima si tradusse in Metal Gear Solid Touch per iPhone. Delusione, ma intanto per alcuni giorni se ne era discusso allo sfinimento.

Perchè il Viral marketing funziona così. Non importa come, dove o quando: basta che si faccia e che la gente ne parli.