giovedì 30 luglio 2009

Polverone biblico

Quando giorni fa, sul CMS di Eurogamer, mi è capitato sotto mano il nuovo editoriale firmato da Alberto Belli, è bastato un attimo per capire che il pezzo avrebbe generato prevedibili reazioni dopo la sua pubblicazione, visti gli argomenti trattati, i soggetti chiamati in causa, le precisazioni e i dati presi in esame. Inutile fare un riassuntone in questa sede, tanto meglio che vi linki direttamente l'articolo perchè possiate farvi un'idea precisa e completa (sempre se non siete già stati spettatori sulle pagine di Eurogamer).

"Il Potere delle Parole" di Alberto Belli

Commenti all'editoriale
Discussione sul forum

In sezione di commento sono stati letteralmente spesi ettolitri di testo nelle ultime 24 ore e onestamente mi sembra fuori luogo aggiungere pareri a questioni che non ho avuto modo di conoscere in prima persona.

Mi limiterò quindi a valutare due aspetti, il primo legato ai commenti svolti da Alberto relativamente a IULM e ai suoi corsi di formazione per l'industria dei videogiochi, il secondo orientato ad analizzare una video intervista fatta da ADNKronos ad AIOMI (ecco la news testuale). Le due cose sono strettamente collegate in quanto la disputa nasce anche dal fatto che Raoul Carbone, Presidente dei Produttori Italiani di Videogiochi e Segretario generale di AIOMI, ha citato tra i corsi specifici sorti in ambito videoludico lo IULM e l'Istituto Europeo di Design, dimenticandosi per strada l'Accademia Italiana Videogiochi (di cui non fa più parte dallo scorso anno).

Come saprà chi è già capitato su queste pagine ho fatto parte della prima edizione del Master in Digital Entertainment Media & Design organizzato dalla Scuola di Comunicazione IULM. Dalla fine dello scorso anno collaboro con Eurogamer.it e, sempre sul portale gestito da Elemental Publishing, sto completando la fase di stage che era prevista successivamente allo svolgilmento del corso. Difficile quindi pensare che ci fosse in qualche maniera un attacco deciso e polemico nei confronti della struttura, dal momento che io stesso provengo da lì e, salvo ripensamenti, dovrei rimanere nelle fila del portale anche in futuro. Come ho spiegato in sede di commento sul sito, qua non si tratta di criticare il corso stesso o chi lo gestisce (nello specifico il Prof. Vagliasindi, che nella serata di ieri è anche intervenuto in prima persona per dire la sua), quanto evidenziare la mancanza di completezza del Dr.Carbone nel citare tutte le realtà formative attualmente disponibili sul territorio nazionale.

Certamente esistono problematiche che vanno oltre la questione in sè, mi sembra chiaro ed evidente e non voglio entrare nel merito perchè non è nel mio interesse oltre che nella mia competenza, posso però parlare di qualcosa di concreto e consultabile tranquillamente da chiunque, che poi è anche il secondo punto cui ho accennato poco sopra.

Fa specie vedere sul sito ufficiale di AIOMI un filmato nel quale Francesca Noto, Amministratore delegato di IdraEditing, parla di realtà di sviluppo venendo indicata come sceneggiatrice tra le file di Black Sheep Studios (software house gestita dallo stesso Carbone). Fa altrettanto specie constatare che nelle panoramiche delle postazioni PC si scorge Vincenzo Lettera (Responsabile Centro Italia di AIOMI e autore dell'editoriale IndieVault.it sulle pagine della rivista GamePro, nonchè responsabile dell'omonimo sito). Per non parlare del testo messo in primo piano durante le riprese che, seppur tagliato, sembra proprio un estratto di un qualunque hands on, piuttosto che un documento di design o qualcosa di lontanamente simile. La domanda come sempre sorge spontanea, a che pro spacciare gli uffici di una realtà editoriale per quelli di una software house, facendo credere al normale pubblico qualcosa di distorto e differente dalla realtà, anzichè far visita a chi i giochi li crea per davvero (chi ha detto Milestone?)?

Avrei anche evitato di tirare in ballo Freud e le sue teorie sull'inconscio, ma fa sorridere la gaffe conclusiva della stessa Noto che, parlando di tutta la filiera riguardante lo sviluppo di un titolo, si lascia andare al commento finale: "alla fine avranno...cioè..avremo prodotto un videogioco". Ovvio, "avranno" (i dev, ma quelli veri), come direbbe De Sica, "regolare". Semplice errore? Difficoltà nel recitare una parte? Dispiace dover pensar male, ma di fronte all'evidenza c'è poco da fare.

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