martedì 23 giugno 2009

Un tie-in ben realizzato, è forse un'allucinazione?

La scorsa settimana mi sono convinto ad acquistare X-Men Origins: Wolverine, titolo che sulla carta non mi sarei mai sognato di prendere in considerazione ma che ha catalizzato la mia curiosità in seguito alle lusinghiere recensioni che sono state pubblicate un po' ovunque in rete (anche su Eurogamer.it, articolo a cura di Marco Mottura).
Dopo averlo sviscerato per bene ed essere giunto alle fasi conclusive devo dire che sono sorpreso. Il tie-in infatti da sempre è sinonimo di scarsa qualità per chi abbia un minimo di esperienza in ambito videoludico. La natura hack & slash di Wolverine poteva condurlo a "schiantarsi" contro gli inevitabili colossi del genere come God of War, Ninja Gaiden o lo stesso Devil May Cry. Al contrario gli sviluppatori di Raven Software (Soldier of Fortune, X-Men Legends, Quake IV) hanno saputo confezionare un prodotto in grado di tener testa sul piano della giocabilità a ben più blasonati concorrenti. Complice anche la focalizzazione su quello che indubbiamente è il personaggio più carismatico dell'intera saga Marvel, le meccaniche di gioco non introducono nulla di particolarmente innovativo ma sanno allinearsi ad elevati standard, in primo luogo per il numero di mosse che si possono sbloccare ed eseguire in rapida successione, ma anche per la notevole varietà delle ambientazioni in cui ci si trova a combattere, che svariano dalla giungla a luoghi innevati, passando per centri di sperimentazione e ricerca e cornici metropolitane.

Meno accurato il lavoro svolto sui boss che si incontrano a più riprese, piuttosto semplici da sconfiggere in quanto il meccanismo di base rimane sempre e comunque il medesimo. Stesso discorso anche per la struttura e la soluzione degli enigmi. Ad essere sinceri la difficoltà è forse il vero tallone d'Achille del titolo, se si presta un minimo di attenzione è raro dover ripartire dall'ultimo checkpoint in quanto i poteri rigenerativi del protagonista permettono sempre di togliersi da qualunque impaccio. Bisogna comunque sottolineare la presenza di un livello di difficoltà ulteriore, che tuttavia può essere sbloccato solo dopo aver completato la storia una prima volta.

Il motore grafico, che sfrutta la licenza dell'Unreal Engine, pur non esente da difetti fornisce un impatto più che discreto alla luce del divertimento e della frenesia prodotti dal gameplay. Se vi piacciono gli action nudi e crudi e se non ne potete più di aspettare la conclusione dei lavori per importanti progetti come Bayonetta, Dante's Inferno e God of War 3, datemi retta potete buttarvi a colpo sicuro.

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