venerdì 1 maggio 2009
Classe e stile italiani
Da quando ho iniziato a scrivere di videogiochi mi sono sempre chiesto se la critica specializzata del settore riuscirà mai a crescere fino a guadagnarsi un grado d'autorità paragonabile a quello di cui godono già da molto tempo i medesimi ambienti sul versante cinematografico. Spesso nel confrontarsi su queste tematiche si dice che dovrebbe esserci un innalzamento della competenza media che caratterizza le testate giornalistiche di questo settore, che servirebbe una formazione specifica per chi desideri intraprendere questa strada, per molto tempo battuta da appassionati prestati al giornalismo piuttosto che da veri professionisti. Tutto vero, siamo ancora lontani da certi obiettivi e all'estero sono molto più avanti di noi, non è certo una novità.
Poi però avvengono fenomeni come quello che ha riguardato alcune testate online in questi ultimi giorni, e la fiducia sul fatto che il settore possa effettivamente crescere viene inevitabilmente meno. Nella giornata di ieri, il sito Multiplayer.it, considerato di fatto il portale di riferimento a livello italiano per numeri e non solo, ha pubblicato questa news che per maggiore comodità vi riporto testualmente:
Senza tanti giri di parole, i siti "incriminati" sarebbero Spaziogames.it ed Everyeye.it, che per l'appunto hanno pubblicato i due articoli in questione senza essere presenti all'evento. Come sottolineato nei successivi commenti, raggiungibili a margine della notizia, dagli stessi responsabili dei due portali, i due pezzi sono delle semplici web previews, ovvero articoli scritti raccogliendo le informazioni disponibili nella rete e visionando il materiale video e fotografico che qualunque utente è in grado di reperire con facilità. Il fatto che Multiplayer abbia avuto l'esclusività dei contenuti presentandosi con un inviato sul posto, a quanto pare non sarebbe in conflitto con la pubblicazione di altro materiale sui siti concorrenti, in quanto appunto non si tratta di un reportage, quindi non sarebbe possibile porlo sullo stesso piano. Multiplayer dal canto suo ha scelto di non ricorrere ai canali privati per dirimere la questione, ma ha al contrario preferito rendere partecipe il proprio pubblico, avvisandolo della poca professionalità riscontrabile altrove.
La situazione è semplicemente ai limiti del grottesco, nonchè ridicola. La mancanza di una regolamentazione precisa al riguardo e i presunti disguidi con Halifax quanto a embarghi e autorizzazioni già di per sè è poco chiara, in secondo luogo stona e parecchio che un sito come M.it, che fa della credibilità e della massiccia copertura degli eventi il suo punto di forza, abbia dovuto ricorrere a mezzi di questo tipo per far sentire la sua voce, per instillare il dubbio nell'utente che giunge tra le notizie e legge una cosa del genere. In tutto questo trambusto mediatico ad uscire ridicolizzata è semplicemente la critica specializzata nel suo insieme, per lo meno sul versante online, incapace di risolvere i suoi problemi senza tirare in ballo gli utenti, che deve necessariamente fare di cifre e numeri i suoi cavalli di battaglia, che vuole far passare l'ambiente come tranquillo, seppur in presenza di una sana concorrenza, quando la realtà è un'altra, ovvero che si vede il vicino come una vera e propria minaccia.
Ragazzi se vogliamo far diventare questo settore qualcosa di più serio e professionale, cerchiamo di adeguarci quanto a modi e soprattutto a stile, le rivalità ci sono ovunque, ma la rispettabilità non si può ottenere senza la discrezione.
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1 commento:
Pensiero che condivido totalmente ma sai bene quanto sia facile in questo ambiente millantare professionalità, e allo stesso tempo sbandierare ai 4 venti gli errori della concorrenza, evitando il confronto diretto.
Poi, a dirla tutta, su cosa si dovrebbe basare questa tanto citata "professionalità"? Sul budget a disposizione (sfruttato per le trasferte)? Sulle qualità editoriali? Sul fatto di essere registrati al tribunale come testata giornalistica? Sul numero degli utenti connessi?
La verità è che ci si domanda poco: cosa significa fare informazione?
E questo vale per i quotidiani, le riviste di cinema, i siti internet, la tv, etc. Quando manca la volontà di comunicare tra di noi (concorrenti), una crescita di autorevolezza, specie nel neonato settore videoludico, la vedo molto lontana.
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